
di Stefano Zanette
Non era “ammendante“ ma solo rifito. Con tanto di arsenico in concentrazioni elevate. "La società – spiegano i carabinieri del Gruppo Forestale di Pavia – autorizzata al trattamento di rifiuti, in particolare fanghi da depurazione delle acque, non osservava il processo previsto, immettendo materiale non adeguatamente maturato secondo i tempi richiesti".
Per questo motivo l’impianto della ditta Var di Linarolo, con relative quote societarie, ieri mattina è stato posto sotto sequestro preventivo, con la nomina di un amministratore giudiziario "per effettuare un tentativo di riconversione". Nell’inchiesta diretta dal sostituto procuratore Andrea Zanoncelli e coordinata dal procuratore Mario Venditti, sono indagate 8 persone, tra cui 3 destinatari di misure cautelari disposte dal gip Luigi Riganti, eseguite nelle prime ore di ieri dai Forestali del colonnello Marina Graziella Forgione, e dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia. Ai domiciliari l’ad della Var Carlo Clerici; obbligo di firma per Emanuele Talamoni, dirigente della stessa ditta. Ai domiciliari il sindaco di Barbianello, Giorgio Falbo, con duplice capo d’imputazione: inquinamento ambientale e concussione.
Mentre era indagato, in quanto procuratore speciale di una ditta di trasporti che trasportava appunto i fanghi non adeguatamente trattati per lo spandimento nei campi, si sarebbe reso responsabile di un episodio che ha portato alla seconda accusa: "Utilizzando la qualifica di sindaco – spiegano sempre i Forestali – costringeva un pubblico ufficiale a non effettuare il controllo richiesto da altro Comune pavese su attività di spandimento di ammendanti su terreni agricoli, attività richiesta dalla cittadinanza all’esito dei forti miasmi percepiti". Agli indagati a vario titolo, a seconda delle responsabilità, è contestata l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale doloso, a partire dal febbraio di quest’anno, ovvero da quando erano state avviate le indagini, scattate proprio dalle segnalazioni di miasmi dei residenti non solo di Linarolo ma anche dei comuni vicini.
I primi accertamenti avevano subito portato alla luce anomalie, riscontrate anche dalla Polstrada nel controllo dei mezzi usati per il trasporto del materiale trattato nell’impianto. I Forestali hanno poi smascherato il mancato trattamento dei fanghi, tesi confermata dai campionamenti Arpa anche sui terreni oggetto di spandimento, appurando "la presenza di livelli di arsenico in concentrazioni molto alte".