San Genesio, il pizzaiolo sparisce. E tanti saluti ai creditori

Nella roccaforte leghista il musulmano si era guadagnato il favore dei compaesani ma ora è stato sfrattato ed è svanito

Stefan si è portato via il portone e due statue, della Madonna e di Padre Pio

Stefan si è portato via il portone e due statue, della Madonna e di Padre Pio

San Genesio (Pavia), 19 gennaio 2020 - Doveva essere una storia di riscatto. Da venditore di mozzarella, era riuscito a diventare un imprenditore di successo che, sovvertendo ogni pregiudizio, era riuscito a farsi accettare in paese. Ma evidentemente non voleva prendere l’"ascensore sociale", voleva prendersi gioco di un’intera comunità. Eppure lui, giovane di colore, era arrivato nella roccaforte leghista della provincia di Pavia dove le strisce pedonali sono verdi e si vede il sole delle Alpi disegnato, ed era stato accolto a braccia aperte.

Aveva aperto una pizzeria. Arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio aveva imparato a mettere nel forno il piatto più popolare della cucina italiana, quello inventato in onore della regina Margherita. Ma della regina a Stefan non importava proprio nulla; evidentemente aveva congeniato un piano nei dettagli. Dopo quattro anni vissuti a San Genesio, infatti, improvvisamente ha chiuso il locale, la Taverna Pescarina al civico 19 dell’omonima via, ed è scappato portando con sé pure la porta d’ingresso. Dietro di lui ha lasciato una serie di debiti e rabbia. Nessuno, infatti, a San Genesio pensava che Stefan potesse fare una cosa simile. «Finalmente una buona pizza anche a San Genesio", commentavano sui social specializzati in recensioni di attività ricettive alcuni buongustai, anche di origine napoletana. Stefan era entrato nel cuore di molti e lo aveva fatto da furbo.

Per conquistare l’affetto della gente, infatti, aveva inventato e inserito in menu persino la pizza Matteo Salvini. «Va bene che siamo in un Comune leghista – commentavano ancora sui social – ma quella mi resterebbe sullo stomaco. Però è l’unico neo. La pizza ha un buon impasto, ingredienti adeguati e una cottura sempre perfetta grazie anche a un forno tecnologico che permette una cottura equilibrata e precisa". Sapeva cucinare, Stefan, e le ragazze che lo aiutavano a servire erano simpatiche. "Lavorava bene – commenta l’ex sindaco Giampiero Zetti che abita vicino al locale e talvolta andava a prendere la pizza da asporto – spesso anche a mezzogiorno vedevo il locale pieno". Merito anche di uno sguardo benevolo dall’alto che Stefan, di fede musulmana, si era conquistato collocando fuori dal suo locale due statue, una della Madonna e una di Padre Pio. Evidentemente voleva far credere di essere cattolico per conquistare il cuore delle nonne che erano cadute nella rete e non rinunciavano a una buona pizza.

Ora, però, anche le statue non ci sono più. Sono sparite insieme a Stefan, alla porta e all’insegna del locale. In via Pescarina sono rimaste la tenda abbassata e le assi in legno a chiudere l’ingresso. Giovedì Stefan ha restituito le chiavi del piccolo esercizio all’ufficiale giudiziario che lo stava sfrattando per il mancato pagamento di diverse mensilità d’affitto e in piena notte si è portato via la porta e alcuni arredi dell’esercizio. Impossibile ora sapere dove sia finito. Il telefono dell’uomo, che dovrebbe essere sposato e padre di figli, è irraggiungibile. Anche il suo indirizzo non esiste. Stefan, infatti, a San Genesio ufficialmente risiede in via Pavia, il domicilio di coloro che sono senza fissa dimora dove non possono essere consegnate le raccomandate. E molti aspettano che saldi i suoi debiti. Una tipografia di un paese vicino a aspetta di ricevere i 20mila euro che le deve. La pagina Facebook del locale intanto, a parte le fotografie delle sue pizze, si è dissolta. E quasi lo stesso aveva fatto tempo fa in Lomellina dove pure aveva aperto una pizzeria poi chiusa lasciando a bocca asciutta clienti e creditori.