Disturbi alimentari, 16 ragazze in cura al Mondino scrivono alla malattia

Pavia, segnalazioni quasi triplicate dal primo lockdown a oggi. Oggi personale dell'Irccs con un fiocco lilla sul camice

Il personale della neuropsichiatria infantile con il fiocco lilla

Il personale della neuropsichiatria infantile con il fiocco lilla

Pavia, 15 marzo 2021 – “Ciao Viola, ti ricordi delle litigate di mamma e papà? Ti ricordi i commenti durante i pasti o le diete fai da te di mamma? E di quando mi sentivo pressata per arrivare prima delle altre all’allenamento o per avere la media del 9? Ti ricordi delle risatine che sentivo mentre passavamo per i corridoi della scuola? Quante cose ci siamo tenute dentro, molte le ferite aperte che con il passare del tempo si sono infettate diventando sempre più gravi ed evidenti”. Viola non è un’amica, Viola è l’immaginaria impersonificazione del disturbo alimentare. A “lei” hanno scritto le 16 ragazze ospiti del reparto di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Fondazione Mondino. Lo hanno fatto oggi, Giornata nazionale del fiocchetto lilla per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare.

“Le segnalazioni di Dca sono quasi triplicate dal primo lockdown a oggi – ha detto il professor Renato Borgatti, direttore della neuropsichiatria infantile del Mondino lanciando l’allarme in occasione dell’audizione in Senato dello scorso 24 febbraio – ed è una conseguenza dell’isolamento sugli adolescenti”.

“Il mio kit di accessori quotidiano essenziale era lo specchio, la bilancia e l’app conta-calorie – scrivono le ragazze a Viola -. Lo specchio mi ricordava che avevo prosciutti al posto delle cosce anche se, in realtà, erano due stecche da biliardo e le braccia erano come stuzzicadenti. Più i numeri della bilancia scendevano, più mi sentivo felice, ma questa felicità non mi bastava, anzi, mi conduceva a fami ancora del male: non ero mai abbastanza. E poi sono finita in ospedale, mi sono sentita in prigione. Subivo le indicazioni mediche come minacce invalidanti di assumere integratori alimentari o l’alimentazione artificiale. È stato difficile riconoscere la mia malattia, ma poi mi son detta che volevo tornare a casa, riprendere ad avere una vita, migliore di quello che era stata, e, alla fine, mi sono sentita come un piccolo uccello che doveva nutrirsi per spiccare il volo dopo le dimissioni”.

Simbolicamente oggi il personale dell’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ha indossato sul camice un fiocchetto lilla realizzato nell’ambito di un laboratorio riabilitativo sui disturbi restrittivi del comportamento alimentare (anoressia nervosa e disturbi correlati). A realizzare il nastrino sono state le 16 ragazze di età compresa tra i 12 e 17 anni, che hanno partecipato al laboratorio sotto la guida del team medico composto dalla dottoressa Martina Mensi (neuropsichiatra), dal dottor Luca Capone (psicologo e psicoterapeuta) e dalla dottoressa Maria Sabella (tecnico della riabilitazione psichiatrica). E nell’ambito del laboratorio, le ragazze oltre a scrivere a “Viola” hanno affidato le loro riflessioni a un suggestivo cartellone illustrato.

 “Il laboratorio avviato rappresenta un’occasione di riflessione profonda sulla malattia per le ragazze – commenta la dottoressa Martina Mensi coordinatrice del progetto – Nell’ambito del percorso riabilitativo, insieme ai miei colleghi lavoriamo per comprendere e interpretare il significato simbolico che riveste il sintomo alimentare, orientando il nostro intervento alla cura non solo del corpo ma soprattutto della mente e delle dinamiche familiari che possono favorire il suo mantenimento“.

La dottoressa Mensi ha anche partecipato alla stesura del progetto di legge regionale sui disturbi del comportamento alimentare approvato lo scorso 16 febbraio, che mette a disposizione per i prossimi tre anni un milione e 500mila euro per promuovere azioni quali il coordinamento della Rete regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari, con interventi in ambito sanitario e sociosanitario e con la creazione di équipe funzionali multidisciplinari multidimensionali.

“Credo che questa legge costituisca un segnale forte nella lotta ai Disturbi del comportamento alimentare – aggiunge la dottoressa Mensi – favorendo interventi sia di prevenzione che terapeutici e soprattutto rimarcando come la cura di queste malattie non possa prescindere da un approccio multiprofessionale e integrato. Il nostro istituto vanta una tradizione pluriennale nella cura dell’anoressia nervosa in età evolutiva e dal 2017 la neuropsichiatria infantile ha allargato la filiera di cura ad interventi in regime di day hospital e ambulatoriali oltre a quello ospedaliero. Sono fiduciosa che con i fondi previsti dalla Regione potremo ulteriormente rafforzare il nostro intervento e la nostra equipe multiprofessionale, anche in considerazione di come l’emergenza Covid 19 abbia portato a un’ulteriore crescita dell’incidenza dei disturbi alimentari restrittivi“. “Tornata a casa la battaglia non era finita – concludono la loro lettera le ragazze in cura -, anzi, ho continuato a lottare per non spegnermi e per essere libera dalle mie paure, fobie e ossessioni. Ho riacceso la fiaccola della mia vita ma sto ancora combattendo. Ma tu, cara Viola, non mi avrai più con te”.