VOGHERA (Pavia)
"Non ci interessano i soldi, vogliamo giustizia per Youns". I genitori, le due sorelle e i tre fratelli di Youns El Boussetaoui, 38enne marocchino, ucciso in piazza Meardi a Voghera la sera del 20 luglio 2021 da un colpo di pistola sparato da Massimo Adriatici, ex assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera, hanno rifiutato la nuova offerta di risarcimento. Una somma complessiva di 220mila euro (55mila euro ciascuno per i due genitori e 22mila euro per ognuno dei 5 tra sorelle e fratelli della vittima), peraltro più bassa dei 290mila già rifiutati con la costituzione di parte civile al primo processo, terminato lo scorso 6 novembre senza sentenza ma con l’ordinanza del giudice Valentina Nevoso che ha restituito gli atti alla Procura per riqualificare l’ipotesi di reato da eccesso colposo di legittima difesa a omicidio volontario. "Se non fosse stato per i nostri avvocati – commentano i familiari della vittima, assistiti da Debora Piazza e Marco Romagnoli – non saremmo arrivati al processo". La vedova aveva invece accettato il risarcimento, di 250mila euro, senza costituirsi parte civile.
Nell’ordinanza il giudice monocratico ha di fatto accolto la tesi da sempre sostenuta dai legali delle parti civili, rigettando la legittima difesa, con gli avvocati difensori Gabriele Pipicelli e Luca Gastini che avevano chiesto l’assoluzione del loro assistito, ma anche l’accusa del pm Roberto Valli, che aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi. Rifiutando la nuova offerta risarcitoria, i familiari restano così parti civili, in attesa che la Procura, dopo che il fascicolo è stato assegnato, per la rinuncia del sostituto Valli, al procuratore Fabio Napoleone e all’aggiunto Stefano Civardi, compia il prossimo passo, con la richiesta di rinvio a giudizio (o l’archiviazione) per l’ipotesi di reato di omicidio volontario, con la possibilità per l’imputato di richiedere l’abbreviato.Stefano Zanette