Polizia di Stato smilitarizzata. Rognoni: "È stato un successo"

Pavia, l’ex ministro oggi 96enne ricorda il clima della riforma "Dovemmo vincere la resistenza di Montanelli e dei suoi seguaci"

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Pavia 4 febbraio 2021 - Sono passati 40 anni dalla legge 121 del 1981, che determinò la trasformazione del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza nella polizia di Stato. Un cambiamento che ha dato vita a una polizia moderna, "smilitarizzata" e caratterizzata da una forte identità civile, votata al servizio della comunità. Fautore di questa trasformazione è stato Virginio Rognoni, 96 anni, che dal 1978 al 1983 è stato ministro dell’Interno. "Sono arrivato al Viminale - ha ricordato l’onorevole pavese, ex alunno del collegio Ghislieri che nel 2015 gli ha conferito un prestigioso premio -, appena dopo l’assassinio di Aldo Moro, quando il presidente del Consiglio era prima Giulio Andreotti e poi Arnaldo Forlani. Allora in Italia vivevamo un lungo ‘68 con una carica di libertà e speranza, ma scarse conclusioni politiche. La riforma è arrivata in un Paese frastornato". E, se i cittadini erano confusi e increduli di fronte a quanto era accaduto, nei palazzi romani si vivevano anche altri timori. "Era nato il movimento democratico dei poliziotti - ha proseguito il politico pavese - e al Viminale c’era preoccupazione per forme di sindacalizzazione ordinaria degli agenti". Comunque lo studio della riforma è proseguito, dallo "status militare", si è passati all’apertura al mondo sindacale e alla formazione di sindacati ad hoc, dall’avvento degli ispettori con mansioni investigative al coordinamento tecnico-operativo delle forze di polizia, dalla creazione dei ruoli tecnici e sanitari alla parità di genere, che garantì alle donne le stesse modalità di accesso e le medesime opportunità di carriera dei colleghi uomini, e molto altro ancora.

"Abbiamo dovuto vincere le resistenze di un giornalista come Indro Montanelli - ha aggiunto l’ex ministro - che godeva di un forte peso sull’opinione pubblica; secondo Montanelli il Corpo, perdendo le stellette, avrebbe tradito la società italiana. Siamo riusciti a vincere quelle resistenze e ad approvare la riforma". Quarant’anni dopo, Virginio Rognoni è soddisfatto del rinnovamento che è stato portato. "La riforma - ha proseguito l’onorevole Virginio Rognoni - ha previsto anche l’istituzione di un particolare comitato: quello dell’ordine e della sicurezza pubblica presieduto dal prefetto, il quale può chiamare a parteciparvi esponenti dell’amministrazione dello Stato e magistrati. Questo è uno strumento importante nelle mani di coloro che sul territorio rappresentano lo Stato, perché sente il polso del Paese". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha commentato che la riforma "ha contribuito a ribaltare l’immagine antica di un corpo dello Stato". "Per come è stata pensata e scritta - ha concluso l’ex ministro - è stata un successo. Mi ha fatto piacere sapere che il capo della polizia Lamberto Giannini abbia commentato di sentirsi figlio di quella riforma".