Pavia, botte alla moglie mentre divorziavano: assolto

Lo psichiatra aveva rilevato che, al momento dei fatti, l'uomo non era in sé perché in preda a uno stato depressivo

Il tribunale di Pavia

Il tribunale di Pavia

Pavia, 14 giugno 2019 - Lo psichiatra aveva rilevato che, al momento dei fatti, non era in sé perché in preda a uno stato depressivo dovuto alla separazione dalla moglie. Ora, l’imputato sessantenne pavese è stato assolto dall’accusa di maltrattamenti su sua moglie. Le motivazioni della decisione del giudice del tribunale di Pavia saranno depositate più avanti.

All’uomo era contestato il reato previsto all’articolo 572 del codice penale e all’articolo 582, maltrattamenti e lesioni. La coppia viveva a Pavia con i due figli. L’uomo aveva picchiato sua moglie, dalla quale si stava separando, provocandole anche lesioni al volto, in particolare al naso. Lei aveva denunciato la situazione, così il marito acquisite le prove dell’accaduto era stato incriminato e portato a processo. Nel corso del procedimento però era emerso il parere di un perito, un medico psichiatra, che aveva stabilito come al momento dei fatti l’imputato non fosse capace di intende e di volere, perché in quel periodo si trovava in uno stato depressivo e di forte stress causato dal difficile momento dovuto alla separazione dalla coniuge. «Non è stata applicata nessuna misura di sicurezza – afferma Antonio Savio, legale difensore del 60enne –, perché il mio assistito è stato dichiarato non socialmente pericoloso, in quanto lo stato depressivo era strettamente legato solo a quel periodo. Il perito è stato attento a valutare la situazione umana».