MANUELA MARZIANI
Cronaca

Peste suina, quegli allarmi inascoltati. Gli allevatori: “Avvisi dal febbraio 2022”

Il primo effetto potrebbe essere il blocco delle esportazioni: “Molte aziende potrebbero chiudere”. A Roma incontro fra assessore regionale e ministro

L’incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi e il ministro Francesco Lollobrigida

L’incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi e il ministro Francesco Lollobrigida

Pavia, 1 settembre 2023 – “Siamo terrorizzati. Abbiamo paura che l’intera filiera salti completamente". Ad avere notevoli timori, per la diffusione della peste suina africana, è Roberto Belli, direttore del Consorzio salumi Dop piacentini, che ora ha il virus a 30 chilometri di distanza.

Le province di Pavia, in cui sono stati contaminati tre allevamenti, e quella di Piacenza sono confinanti. "Non si doveva arrivare a questo punto – insiste Belli –. Da febbraio 2022, quando c’è stato il primo focolaio in Liguria, scriviamo a tutti gli organi preposti e chiediamo d’intervenire per evitare la diffusione di un virus che non avrebbe dovuto raggiungere gli allevamenti".

Il primo effetto è il blocco delle esportazioni in alcuni Paesi. "Rischiamo di tenerci i prodotti" aggiunge Belli. La provincia di Piacenza ha tre salumi Dop (coppa, salame e pancetta) e nel triangolo Piacenza-Parma-Reggio Emilia il settore occupa 35mila addetti.

"Il settore rappresenta l’1,2% del Pil nazionale – aggiunge Paolo Maloberti, assessore a caccia e agricoltura della Provincia di Piacenza – se si bloccano le esportazioni molti salumifici chiudono, avremo persone in cassa integrazione, non ci possiamo permettere di perdere posti di lavoro. Il virus ci sta girando intorno, non ci sentiamo al sicuro. Temo si voglia rendere endemica la peste, non si sta facendo abbastanza per il depopolamento. Avevo proposto un corpo faunistico venatorio per la caccia selvatica e non se n’è fatto nulla: i cinghiali aumentano".

Ieri l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha incontrato a Roma il ministro Francesco Lollobrigida (Agricoltura) per discutere del piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali e delle azioni strategiche per l’eradicazione nelle zone di restrizione da Psa, presentati dal commissario straordinario Vincenzo Caputo. "Serve creare una filiera della biosicurezza che coinvolga tutti, dal più piccolo allevatore alle grandi industrie di trasformazione, fino agli enti di governo" ha detto Beduschi che ha chiesto l’utilizzo di esercito e protezione civile per gli abbattimenti.

"Mi sono stati assicurati stanziamenti di risorse, uomini e mezzi: mettere in sicurezza gli allevamenti lombardi significa salvare un settore cardine per l’economia agricola, che rischierebbe di perdere 60 milioni al mese".