Primario indagato per violenza sessuale a Pavia, gli abusi segnalati in questionari anonimi dell’università

Le precisazioni dell’ateneo: “Abbiamo rispettato leggi e procedure, avviammo un procedimento disciplinare che si arrestò per l’impossibilità di trovare prove certe”

L'ingresso dell'università di Pavia (Archivio)

L'ingresso dell'università di Pavia (Archivio)

Pavia, 10 aprile 2024 – “Non abbiamo archiviato il procedimento, abbiamo rispettato leggi e procedure”. Sul caso di un primario del policlinico San Matteo indagato con l’accusa di violenza sessuale aggravata dall'abuso di autorità ai danni di undici specializzande del suo reparto, l’Università non intende passare per chi ha messo la polvere sotto il tappeto: “l’ateneo mette sempre al centro il rispetto della persona e la creazione di un ambiente sicuro e sereno. Ci sta particolarmente a cuore la fiducia che studentesse e studenti riservano all'Università per la tutela della loro dignità e integrità personale. Non è mai stato e non sarà mai accettato alcun comportamento prevaricatorio che crei disagio ai componenti della Comunità accademica. Nel caso specifico, avevamo a suo tempo prestato immediato ascolto alle segnalazioni che erano pervenute attraverso i questionari di valutazione che anonimamente vengono compilati dagli studenti. Avevamo quindi dato avvio a un procedimento disciplinare che, nel rispetto della legge, si è dovuto arrestare data l’impossibilità di acquisire testimonianze dirette o prove certe. L’Università ha quindi segnalato l’evento alla autorità giudiziaria, sospendendo il proprio procedimento".

Le segnalazioni al vaglio

L'indagine era scattata in seguito alle segnalazioni che le giovani hanno fatto rispondendo a questionari anonimi sul corso che stavano seguendo, ai quali avevano risposto nel 2021. La procura ha notificato al medico l'avviso di chiusura delle indagini. Nei questionari le specializzande riferivano di “comportamenti sconvenienti” tenuti dal primario. Ora la procura della Repubblica dovrà decidere se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio del primario.

“Non possiamo più tollerare – ribatte Vittoria Pompilio D'Alicandro - che la possibilità di frequentare l'università sia compromessa dalla paura e dall'insicurezza. È tempo di agire, affinché le università diventino ciò che dovrebbero sempre essere: luoghi di crescita, formazione e sicurezza per tutti e tutte. L'Udu continuerà a lottare per un cambiamento culturale e strutturale, affinché episodi come quello accaduto a Pavia non restino impuniti e non si ripetano mai più”.