Manuela Marziani
Cronaca

Pavia, mamma di due ragazzine rischia di finire per strada

L'appello di Concetta Di Stefano, 56 anni: "Troppo alti gli affitti, dateci una stazione dismessa"

DIFFICOLTÀ Concetta Di Stefano, 56 anni, mostra l’ingiunzione dell’ufficiale giudiziario che le intima di lasciare l’alloggio (Torres)

Pavia, 22 marzo 2015 - Guarda scorrere i giorni sul calendario con apprensione Concetta Di Stefano. A fine mese dovrà lasciare l’appartamento di proprietà dell’Aler che ha occupato al civico 23 di via Olevano e al momento non sa dove andare. «Rischio di ritrovarmi in mezzo a una strada con le mie figlie di 15 e 17 anni» dice la donna. E, proprio pensando alle ragazze che frequentano due scuole pavesi, non vorrebbe allontanarsi troppo dalla città. «So che le ferrovie hanno delle stazioni dismesse che mettono a disposizione dei Comuni perché le destinino alle associazioni – prosegue –. Uno di questi edifici si trova a Guinzano, tra Certosa e Giussago. Ha due appartamenti un tempo occupati dai ferrovieri e ora vuoti. Se me ne dessero uno, in cambio potrei tener gratuitamente pulita l’intera stazione e aprire la sala d’aspetto al mattino per accogliere i pendolari. Così le mie figlie potrebbero vivere in una casa senza temere l’arrivo dell’ufficiale giudiziario e continuare a frequentare le loro scuole raggiungendole in treno». La prossima settimana Concetta proverà a prospettare questa soluzione a chi gestisce le stazioni dismesse, nella speranza che si trovi una soluzione così come accaduto a Milano e Cava Manara. «Nell’attesa – prosegue la donna – se Aler mi desse ancora una proroga, potrei avere il tempo per trovare un accordo con le ferrovie».

Altre soluzioni Concetta non ne vede. Occupando l’alloggio nel giugno 2013 è stata estromessa dalle graduatorie per una casa popolare e con la pensione di reversibilità di 499 euro non può permettersi un affitto. «Spendo tutti i soldi per mangiare e far studiare le mie figlie – insiste Concetta che ha 56 anni e lavora poche volte l’anno nei mercati e ha un compagno disoccupato –. Ho provato a cercarmi una casa in affitto, ma non posso permettermi di pagare 300 euro al mese. Pago le utenze, per 10 mesi ho anche versato all’Aler 50 euro per l’affitto di questa casa, poi mi hanno detto di tenermi i soldi per le mie figlie e non li ho più dati». Eppure, quando la famiglia ha deciso di occupare l’alloggio di via Olevano chiuso perché non in condizioni di essere assegnato, ha trovato della vecchia carta da parati, muri malconci e una vasca piccolissima in bagno. «Abbiamo fatto lavori per 3mila euro – racconta la donna – abbiamo reso abitabile questa casa, ma ora ci cacciano. E la stessa sorte non tocca alle famiglie rumene abusive come noi».

manuela.marziani@ilgiorno.net