Guerra della schiscetta. Pasto caldo in ateneo, vince la disabile: il mio gesto è servito

Pavia, Giorgia fu allontanata dal personale perché mangiava sui banchi. Poi la rivolta degli studenti e il dietrofront: "Ma loro sono ancora lì"

L'occupazione delle aule per protesta in favore degli spazi dove poter mangiare

L'occupazione delle aule per protesta in favore degli spazi dove poter mangiare

Pavia, 23 dicembre 2022 - "Il mio gesto ha portato a qualcosa di buono per tutti, in fondo è quello che volevo". Giorgia Orsi, la studentessa invalida al 100% che il mese scorso era stata allontanata da un’aula di palazzo San Tommaso in cui, insieme ad altri ragazzi, si era fermata a pranzare, commenta così il nuovo regolamento che consente agli universitari di mangiare in aula. Secondo il Coordinamento per il diritto allo studio, il pasto caldo è una conquista arrivata dopo tre anni, un episodio molto sgradevole come quello capitato a Giorgia e diverse proteste sotto gli uffici del rettorato.

Giorgia: "Ancora scioccata"

"Rimango comunque scioccata e delusa dal fatto che si dovesse arrivare a un episodio così disumano per trovare una soluzione - ha continuato Giorgia Orsi -. Inoltre dopo tutto quello che è successo, è ormai un mese che non vado più in università. Ci sono tornata qualche volta, ma ho visto che i bidelli che mi hanno aggredita erano ancora lì: non mi hanno fatto delle scuse e non mi sembravano particolarmente toccati dalla faccenda. Il che mi fa pensare che non siano stati puniti, questo mi fa male, ma ancora di più mi fa male essere "riconosciuta" come la ragazza disabile cacciata dall’aula".

Il nuovo regolamento

E ancora: "Speravo nell’Università per ritrovare una vita normale, ma questo episodio mi ha un po’ fatto cadere la fiducia che avevo in questa mia scelta". L’Ateneo pavese non ha mai formalmente vietato di consumare la pausa pranzo sui banchi, ogni dipartimento lo consentiva o meno a seconda degli spazi a disposizione, degli orari e del personale che, in alcuni casi, fingeva di non vedere chi tirava fuori la pasta dallo zaino. Ora è stato predisposto un regolamento che individua in quali aule è possibile pranzare e come lo si può fare (vietato portare bevande alcoliche, mangiare sulla cattedra e, una volta finito, pulire la zona).

"I microonde? Un grande passo avanti"

"Finalmente gli studenti possono consumare un pasto caldo - ha detto Francesca Mazzitelli, studentessa del Coordinamento per il diritto allo studio iscritta a scienze politiche e membro della commissione mensa -, non si verrà più cacciati se pizzicati a mangiare in un’aula. Un grande passo avanti sono i microonde che saranno collocati nelle aule che abbiamo indicato. Ci saranno delle postazioni perché per la sicurezza è stato deciso di non collocare il forno su un tavolino. Molto probabilmente ci arriveranno in primavera, ma siamo contenti perché da tre anni chiedevamo di mangiare in aula".

I prossimi passi

Soddisfatto anche il segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio-Udu Pavia e senatore accademico Alessandro Miceli: "Lo chiedevamo da anni. Adesso monitoreremo che le regole vengano rispettate e quindi che gli spazi vengano puliti e che i forni microonde che verranno installati dall’Università vengano utilizzati per non più di 5 minuti per ciascuno studente in modo da permettere a tutti di riscaldarsi il pasto". Secondo un sondaggio effettuato dagli studenti al quale hanno risposto 2000 ragazzi, il 60% mangia in Università e l’80% vorrebbe riscaldarsi il pranzo, ora si tratta di capire se gli spazi basteranno per tutti. Un’altra proposta presentata dagli studenti prevede di riaprire la mensa di corso Carlo Alberto disposta su più piani e che, dopo alcuni lavori di adeguamento, potrebbe essere utilizzata se non per la schiscetta come aula studio, spazi sempre carenti con l’aumento delle immatricolazioni.