Ospite d’eccezione in Ateneo. Ricky Tognazzi in cattedra: "Vi racconto mio papà Ugo"

Quattro giorni al Collegio Borromeo per parlare di cinema, ieri l’incontro nell’Aula Magna. Tra aneddoti e ricordi, uno spaccato di vita familiare e insieme lavorativa di padre e figlio.

Ospite d’eccezione in Ateneo. Ricky Tognazzi in cattedra: "Vi racconto mio papà Ugo"

Ospite d’eccezione in Ateneo. Ricky Tognazzi in cattedra: "Vi racconto mio papà Ugo"

Si è seduto in cattedra e per quattro giorni al Borromeo, nell’ambito del progetto “Università nei collegi“, ha raccontato agli studenti il mondo del cinema visto con gli occhi di chi lo fa. Ricky Tognazzi, 68 anni, figlio del popolare Ugo, ha poi incontrato ieri gli studenti, nell’Aula Magna di Strada Nuova, per una particolare lezione. Per alcune ore sono state aperte le porte del Villaggio Tognazzi in cui Mario Monicelli, Ettore Scola e Monica Vitti erano di casa e si ritrovavano attorno al tavolo di quelle che Ugo chiamava l’"ultima cena", a cui invitava 12 ospiti e il 13° commensale era lui.

"Mio padre - ha detto Tognazzi - non si sarebbe trovato a suo agio in un’aula magna come quella dell’università di Pavia che sembra una chiesa. Era un artigiano che, quando tornava a casa, portava le pezze e le condivideva con la famiglia. Lui condivideva aneddoti che raccontava in un modo sublime".

Quattro figli, tutti nel mondo del cinema come Gian Marco che è un attore, Maria Sole una stimata regista e Thomas un produttore e regista che due anni fa è stato candidato all’Oscar.

Ma il "più fortunato" si sente Ricky. "Ero il primogenito – ha aggiunto – quello che ha potuto viversi di più Ugo. Ho sempre detto che era un “padre di salvataggio“ che ha sempre brillato per la sua assenza. In compenso ci è sempre stato vicino in caso di necessità. Per me è stato un amico, che non si dovrebbe più dire. Io ho raggiunto prima degli altri l’età delle confidenze. Presto ho cominciato a chiamarlo per nome nella speranza che pensasse d’avere davanti qualcuno alla sua altezza. Sono stato un amico, ho condiviso avventure, giochi, divertimento, vacanze e lavoro. Durante l’anno vivevo a Milano con mia madre dove c’erano i doveri, le vacanze però erano sul set con papà, stazionavo nella roulotte, guardavo Ugo al trucco, avevo un papà multiforme. A casa scherzava sempre. Giocava anche durante le sue cene alla fine delle quali distribuiva foglietti per votare anonimamente i piatti. I voti andavano dall’ottimo al terribile passando per il mangiabile. Quando ha portato in tavola una pasta e fagioli terribile, ha raccolto tutti pessimi voti, ha piegato i foglietti e li ha messi via senza dir niente a nessuno".

Non mancano aneddoti quando si parla di Tognazzi, come quello che nel film-documentario prodotto da Ricky, in occasione del centanario della nascita di Ugo, racconta Pupi Avati. "Pupi aveva scritto la sceneggiatura di un film – ha raccontato Ricky – e avrebbe voluto avere Paolo Villaggio come protagonista, ma Paolo gli aveva detto sì e poi era sparito. Mio padre ha chiesto a un Pupi sconosciuto di poter recitare in quel film e lui è svenuto". Tognazzi ha fatto in tempo a vedere due film del figlio Ricky. "Quando è uscito Piccoli equivoci – ha ricordato – mio padre era a Milano per uno spettacolo teatrale. Ero terrorizzato del suo giudizio e lui che il mio film fosse brutto. Durante la proiezione lo vedevo sorridere e commuoversi, anche se non aveva la lacrima facile. Quando si sono accese le luci, mi ha abbracciato".