Pavia, 7 giugno 2023 – Si chiama omeopatia la migliore alleata dei farmacisti. La qualità e l’assenza di effetti collaterali, la naturalità e l’efficacia dei prodotti favoriscono, nell’84,5% dei casi, il consiglio di questi farmaci per prevenire le patologie più comuni.
È quanto emerge dal campione statistico preso in esame da Silvia Figini, professore di statistica economica dell’Università di Pavia e da Alfredo Sassi, Ceo di H-Ventures, professore a contratto di Big data e Modelli computazionali per il marketing dell’Ateneo pavese, autori dell’indagine “L’Omeopatia in Italia. Analisi dell’andamento del comparto omeopatico pre, durante e post-pandemia nelle farmacie italiane“ presentata nell’aula Foscolo.
La pandemia
Secondo la ricerca nel periodo pandemico (2020-2021), mentre le farmacie italiane hanno sofferto in termini di volumi di vendita e di fatturati totali (escludendo i tamponi), il mercato dell’omeopatia ha fatto registrare un calo contenuto. Il 2021 è stato un anno di sostanziale tenuta rispetto al precedente, soprattutto nei grandi Comuni del Centro e del Nord Italia.
Ma non solo: il 56% del campione intervistato ha dichiarato che durante la pandemia ha raccolto un numero di richieste di omeopatici da parte dei clienti pari, se non addirittura superiore, al periodo pre-Covid. I farmacisti hanno fiducia nelle medicine naturali: il 76,5% ha dichiarato di aver consigliato i prodotti omeopatici come prima o addirittura di più (11,5%) nel corso della pandemia.
Post-Covid
E il trend non sembra destinato a cambiare: il 91,5% sostiene che nel post-Covid continua e continuerà a proporre i farmaci omeopatici ai propri clienti. Tornando alla ricerca, dallo studio si evince come i farmaci complementari vengano utilizzati per la prevenzione (84,5% del campione) e per la cura (85,5%). Il 61,5% dei farmacisti intervistati arriva addirittura a privilegiare l’omeopatia rispetto all’allopatia per alcune patologie. Il 95,5% delle farmacie ha clienti che usano prodotti omeopatici per bambini in età pediatrica. Chi ricorre ai farmaci naturali, lo fa per se stesso e per la propria famiglia (84%). Perché i medicinali omeopatici vengano consigliati con efficacia, però, occorre formazione: i farmacisti chiedono più corsi di aggiornamento (68,5% dei professionisti).
“In Italia mancano indicazioni terapeutiche sulle confezioni – conclude il presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga – Un’anomalia legislativa cui stiamo cercando di porre rimedio. L’omeopatia è una disciplina medica regolamentata da leggi dello Stato. Se da un lato i farmaci omeopatici, dal punto di vista regolatorio, sono comparati dall’Aifa agli allopatici, dall’altro abbiamo la grande contraddizione dell’assenza di indicazioni terapeutiche o almeno di campi di applicazione da citare sulla confezione".