La prima bufera su una ex municipalizzata si era abbattuta su via Donegani a Pavia. Inizialmente, era il 2015 quando si era scoperto un "buco" in bilancio di 1,8 milioni di euro finiti fuori dalle casse pubbliche e su conti privati. Risolta quella faccenda che aveva portato all’azzeramento dei vertici arrestati, esattamente un anno fa era esploso un altro bubbone. "Clean I" aveva battezzato l’operazione la procura della Repubblica. Agli arrresti erano finiti l’allora presidente di Asm Manuel Elleboro e il direttore generale Giuseppe Chirico. Numerosi i documenti sequestrati per quello che, secondo i magistrati sarebbe un "sistema Pavia" dove l’illecito è piuttosto diffuso.
Recentemente se n’è parlato anche in Consiglio comunale a Pavia, dove l’assessore al bilancio Matteo Pezza ha parlato della mancanza di collaborazione e dialogo tra l’amministrazione civica guidata dal sindaco leghista Fabrizio Fracassi e i vertici dell’epoca di Asm: "Elleboro faticava anche a partecipare alle sedute delle commissioni". L’allusione è a un importante incontro chiesto dagli amministratori che l’ex presidente ha disertato all’ultimo minuto senza un’apparente giustificazione. Appalti irregolari e utilizzo di denaro pubblico a fini privati sono le accuse mosse. Appena notificato l’avviso di chiusura indagini a 15 persone coinvolte a vario titolo in Clean I, si è aperto un secondo filone d’inchiesta, Clean II, che ruoterebbe attorno a due carabinieri, uno in pensione e diversi imprenditori, funzionari e amministratori pubblici. Corruzione e stalking sono i capi d’imputazione.
L’ultimo tassello risale a ieri, quando dal Pavese si ci è spostati in Lomellina. Un cambio di zona geografica, ma ancora una volta sono finiti nei guai tre funzionari di Asm Vigevano. Secondo le ipotesi formulate dai magistrati sarebbe stato il sindaco della città ducale Andrea Ceffa a procurare a una consigliera tramite un prestanome una consulenza in Asm Vigevano. Corruzione è ancora una volta l’accusa perché si sarebbe voluto assicurare un illecito vantaggio economico alla donna. I tre dirigenti di Asm Vigevano avrebbero avuto la piena consapevolezza dell’assoluta inutilità della prestazione richiesta, ma avrebbero a vario titolo collaborato per conferire alla donna il compenso. La vicenda è ancora tutta da chiarire.
Manuela Marziani