
Il marito Imane Qaous (Torres)
Pavia, 4 febbraio 2015 - Potrebbe riaprirsi il caso di Imane Qaous, 27enne morta nel 2009 insieme alle gemelle che portava in grembo. In Appello infatti il procuratore generale ha chiesto ulteriori indagini e condanne. La donna era stata ricoverata nel reparto di Ginecologia del Policlinico San Matteo di Pavia per un mese a partire dall’inizio di dicembre 2009, poi il 4 gennaio era morta. Con lei, avevano perso la vita anche le due nasciture. Qaous era inizialmente stata trasferita dall’ospedale di Voghera a Pavia perché non si sentiva bene. Avvertiva nausea e vomito e il suo malessere fu scambiato per una neurite vestibolare, cioè un’infiammazione acuta dell’orecchio interno, ma in realtà i sintomi erano dovuti a un tumore al cervello.
Al processo, le neurologhe M.M e C.C dell’Istituto Mondino erano state condannate in primo grado rispettivamente a 3 mesi e 6 mesi di reclusione. Il tribunale aveva previsto anche un risarcimento di 276mila euro ai famigliari, il marito Ibrahim Et Tori e il figlio. Con il rinvio al secondo grado di giudizio, la corte d’Appello aveva chiesto di approfondire la vicenda sentendo quattro medici esperti. Il procuratore generale della corte d’Appello di Milano ha chiesto la conferma della condanna di primo grado per le neurologhe, inoltre la condanna per i due otorini e i sei ginecologi pavesi inizialmente assolti. Chiesta anche la trasmissione dei fascicoli per la «riapertura delle indagini riguardo a tutti i coinvolti. Infatti, oltre alla morte delle gemelle, bisognerà approfondire anche i fatti legati al decesso della signora Qaous, che si sarebbe potuta salvare», commenta l’avvocato Gianfranco Ercolani, che assiste il marito. La decisione è prevista per marzo.