
Pierita Ligutti (Torres)
Pavia, 1 settembre 2019 - Viviamo di corsa e ancora di più è costretta a correre una donna, madre di tre figli. Forte di questo “allenamento”, Pierita Ligutti, ultramaratoneta milanese di nascita e piacentina di affezione, dopo aver da poco superato i cinquant’anni, ha deciso di lanciarsi in un’impresa. Percorrerà 160 chilometri tutti di corsa passando dalle province di Varese, Milano e Pavia, lungo il canale Villoresi, il Naviglio della Martesana e il Naviglio Pavese.
Perché ha pensato a questa corsa?
«Ho partecipato a diverse “cento chilometri”, ma una “100 miglia”, no non ce l’avevo all’attivo. Così ho deciso di inventarmela da sola. Mi sono preparata accuratamente il percorso e ho scoperto che non conoscevo bene i dintorni di Milano dove ci sono dei paesini bellissimi».
Quella che farà il 12 ottobre non sarà una gara.
«No, non ci sono pettorali, punti di ristoro ogni cinque chilometri, assistenza lungo la strada per attraversare gli incroci. Ma chi vorrà unirsi a me, sarà benvenuto».
Non ha paura di correre da sola?
«No, attraverserò centri abitati lungo le vie d’acqua. Il percorso prenderà il via dalle Dighe del Panperduto, a Somma Lombardo (in provincia di Varese), punto d’inizio del canale Villoresi. Lo seguirò fino a Groppello d’Adda dove devierò sul Naviglio della Martesana. Lungo questo canale arriverò a Milano, che attraverserò da nord a sud, fino a raggiungere la Darsena e il Naviglio Pavese che percorrerò in tutta la sua lunghezza per arrivare a Pavia. Superata la città mi aspetteranno gli ultimi chilometri sul Ticino che mi accompagnerà fino al traguardo, ormai di domenica 13 ottobre, che sarà alla Canottieri Ticino. Lo stesso traguardo che vedrà, qualche ora dopo, l’arrivo dei partecipanti all’ultramaratona Ticino Ecomarathon (Tem) che si svolgerà nella stessa giornata all’interno del Parco del Ticino. Partirò alle 11 del mattino e correrò ininterrottamente per 24 ore per arrivare alle 11 del giorno successivo, non dormendo la notte, mangiando e bevendo quello che porterò con me. Se poi dovessi aver bisogno d’aiuto, c’è sempre il telefono».
Come si sta preparando a questa sfida?
«Faccio cinque uscite settimanali di corsa, un paio di velocità, altre tre di distanza, un giorno in piscina e uno di riposo».
Quando ha iniziato a correre?
«Sei anni fa per caso, il giorno del mio compleanno, il 29 agosto e da allora non ho più smesso. Correndo si guarda meglio il panorama e si producono endorfine, le droghe naturali. Nei periodi di riposo percorro almeno 40 chilometri settimanali, che diventano cento negli altri momenti. Devo farlo, altrimenti divento intrattabile perché ho bisogno di correre. L’ultima volta che non ho potuto farlo, i miei figli hanno minacciato di andarsene di casa».