"Limite a 30. Pavia potrebbe imitare Londra"

L'associazione "Il sellino spiritato" ha organizzato un incontro a Pavia per discutere dell'adozione del limite di velocità a 30 km/h in città, come già fatto in altre città italiane. L'obiettivo è ridurre l'inquinamento e promuovere uno stile di vita più lento. Secondo l'associazione, non è il limite di velocità a causare ritardi, ma il traffico e gli ostacoli. Si auspica anche una riduzione del numero di automobili in circolazione.

"Limite a 30. Pavia potrebbe imitare Londra"

"Limite a 30. Pavia potrebbe imitare Londra"

Schiacciare il pedale dell’acceleratore in città non è possibile a causa del traffico, ma l’idea di poterlo fare comunque piace. Di conseguenza abbassare il limite a 30 chilometri orari è quasi un tabù. Anche se non ovunque, visto che diverse città hanno ormai adottato le Zone 30, anche molto estese, ultima in Italia Bologna con relative polemiche. Se n’è parlato l’altra sera durante l’incontro “30 e lode: cosa vuol dire davvero città 30 e perché la scienza le consiglia“ organizzato dall’associazione cittadina “Il sellino spiritato“. La serata è stata l’occasione per ascoltare Andrea Colombo di Fondazione Innovazione Urbana Bologna, che ha parlato del limite introdotto nel capoluogo emiliano, dove sono state elevate pochissime contravvenzioni per eccesso di velocità.

"Il concetto che si vuole trasmettere è di andare più piano – ha detto Cosimo Lacava, fondatore de “Il sellino spiritato“ – per ridurre l’inquinamento. Se Londra è una città 30, può diventarlo anche Pavia". In città sono già diverse le strade, come viale Gorizia e via Fasolo dove il limite è di 30 chilometri orari. "Non è il limite di velocità a far perdere tempo all’automobilista – ha proseguito Lacava – Sono i semafori, gli ostacoli, il traffico, gli autobus. Sgasare quando è possibile e poi fermarsi al semaforo non consente di risparmiare tempo. Bisogna far passare il messaggio che è possibile vivere andando più piano. Si potrebbe ridurre il numero di automobili in circolazione, se non si temesse di venire investiti a piedi o in bicicletta. Da vent’anni a Pavia regna la disorganizzazione".

M.M.