Uccisa perché voleva lasciarlo: l’assassino tre giorni col corpo

Pavia, preso il responsabile della morte dell’animalista Lidia Peschechera. La convivenza era alla fine per le violenze e la dipendenza dall’alcol del giovane

Lidia Peschechera animalista pavese di 49 anni

Lidia Peschechera animalista pavese di 49 anni

Pavia, 19 febbraio 2021 - Si era addormentato sul treno, mancando così l’appuntamento per affrontare i suoi problemi con l’alcol al servizio dipendenze. Era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso di un rapporto già tormentato tra Alessio Nigro, 28 anni senza fissa dimora, e Lidia Peschechera, attivista di 49 anni di Pavia, trovata uccisa nella sua casa in via Deprestis. La donna aveva confidato a un’amica di essere preoccupata per alcuni comportamenti violenti del compagno, con il quale solo di recente aveva avviato una convivenza che si stava rivelando più difficile del previsto, portandola all’intenzione di allontanarlo dalla sua abitazione. Proprio l’appuntamento mancato al SerD, interpretato come un sintomo della scarsa volontà di risolvere i problemi di alcolismo e di conseguenza le difficoltà della coppia, l’ha spinta a comunicargli la sua decisione.

Da qui la lite che è finita con il delitto, scoperto mercoledì pomeriggio col ritrovamento del cadavere e risolto dai carabinieri nell’arco di poche ore con il fermo del sospettato, che ha confessato di averla strangolata. "L’ennesimo femminicidio – commenta il procuratore di Pavia, Mario Venditti – la cui vittima aveva accolto in casa l’uomo che si definisce lui stesso un clochard, che ha ammesso le sue responsabilità quando è stato rintracciato, in tempi davvero strettissimi".

L’omicidio risale a venerdì scorso, 12 febbraio, come ha ammesso Nigro nel primo interrogatorio davanti al sostituto procuratore Diletta Balduzzi e al procuratore Venditti, alla presenza dell’avvocato Giovanni Caly. Il 28enne ha aggiunto di essere rimasto nell’appartamento di via Depretis fino a lunedì, 15 febbraio. Ha anche usato il cellulare della vittima per inviare messaggi al datore di lavoro della vittima, giustificando la sua assenza per prendere tempo. Ma non era bastato, anzi gli stessi messaggi e le mancate risposte al telefono avevano insospettito il principale, che aveva contattato l’ex marito della donna. Così mercoledì pomeriggio i vigili del fuoco erano entrati dalla finestra nell’appartamento, trovando il corpo privo di vita, adagiato nella vasca da bagno, vestito e con anche le scarpe ai piedi, coperto da un asciugamano: un dettaglio che non aveva lasciato dubbi all’ipotesi dell’omicidio.

Il cellulare della vittima non era nella casa (Nigro ha poi ammesso di averlo venduto). Indagando sulle frequentazioni della donna, è emerso un intervento della polizia, pochi giorni prima, nello stesso appartamento, per una lite (conclusa senza denuncia). E i sospetti si sono subito indirizzati al giovane compagno, con le conferme dell’amica della donna sulla relazione tormentata. Localizzando il cellulare in uso al principale sospettato, i carabinieri del Nucleo investigativo lo hanno rintracciato in serata in un ostello in via Doria a Milano. Ora è nel carcere pavese di Torre del Gallo, in attesa dell’interrogatorio del Gip.