REDAZIONE PAVIA

L’eredità del padre è contesa con la sorella Condannato per appropriazione indebita

Un imprenditore pavese è stato condannato a un anno di reclusione e diecimila euro di risarcimento di danni morali per appropriazione indebita e accesso abusivo a un sistema informatico, nell’ambito di una disputa sull’eredità paterna con la sorella, la quale era parte civile al procedimento.

Alla morte del padre, l’imputato e le due sorelle si sono divisi l’eredità milionaria. Tuttavia, dall’ingente lascito che comprendeva oltre a denaro e titoli anche beni immobili e terreni, erano rimasti esclusi 21 milioni di euro che l’imputato aveva conservato in una banca in Svizzera per poi riportare in Italia con lo scudo fiscale.

Una delle sorelle lo ha accusato ritenendo che quel tesoretto facesse parte dell’eredità paterna, mentre l’imputato sosteneva che fossero soldi suoi frutto di investimenti. Inoltre, senza autorizzazione, l’imputato avrebbe scaricato illecitamente le dichiarazioni dei redditi della sorella per usarle nel contesto delle cause civili avviate sulla questione e ancora in corso.

Al procedimento penale la sorella si è costituita parte civile, assistita dai legali Massimo Dinoia e Fabio Federico: "Siamo molto soddisfatti", è stato il loro commento al termine dell’udienza di ieri in tribunale a Pavia in cui l’imputato è stato condannato.