Pavia, insulti in chat all’alunno: le maestre restano a casa

Il piccolo di 8 anni definito "pirla" e "sporco". Alla fine di una vacanza complicata, il bimbo è rientrato. Le tre insegnanti no, ma non è chiaro se siano sospese o meno

L’ingresso della scuola

L’ingresso della scuola

Pavia -  Le tre maestre che sulla chat lo chiamavano "pirla", "sporco" e "bambino di merda". Dopo le vacanze pasquali, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Cavour di Pavia ha voluto incontrare la famiglia del bimbo bullizzato da tre insegnanti. In un colloquio "molto cordiale" al quale ha preso parte anche Luigi Verde segretario provinciale della Uil scuola e l’avvocato della famiglia Luisa Fiore, Livianna Speciale ha espresso la vicinanza della scuola ai genitori del piccolo di 8 anni. "La dirigente – ha spiegato l’avvocato Fiore – ci ha informati d’aver trasmesso tutta la documentazione all’ufficio scolastico provinciale".

Spetterà all’ex provveditorato quindi decidere se le docenti dovranno essere sospese in via cautelativa per almeno 10 giorni. Ieri non si sono ripresentate in aula, al loro posto sono state nominate tre supplenti e, proprio questa mancanza di chiarezza non viene vissuta bene dagli altri insegnanti della scuola che si sentono in qualche modo tutti sospettati e guardati con diffidenza dai genitori. "Forse la scuola dovrebbe essere più chiara – ha aggiunto Luisa Fiore – e dire se ci sia stato un provvedimento di sospensione delle docenti in attesa di approfondimenti". E gli approfondimenti sono stati richiesti dalla questura che, dopo la denuncia presentata ai carabinieri prima di Pasqua, per oggi ha convocato la mamma del bambino perché sono in corso delle indagini. Nel frattempo, i genitori del piccolo che avrebbero voluto trascorrere delle feste più tranquille, si sono ritrovati a passare delle vacanze difficili, durante le quali hanno staccato il telefono per non essere disturbati. Ieri poi hanno ripreso la loro vita normale, la mamma pure lei insegnante della Carducci, è tornata in classe come il bambino.

"I genitori non vogliono stravolgere la vita del figlio – ha proseguito l’avvocato –. Non sono omertosi e hanno un profondo senso della giustizia grazie al quale credono che verranno presi i provvedimenti necessari a tutela degli alunni che potrebbero subire comportamenti analoghi a quelli che hanno scoperto loro nei confronti del figlio. La mamma è profondamente arrabbiata, ma si è resa conto che doveva sacrificare la sua serenità familiare per il bene dei bambini. Non so se si possa parlare di reato, ma di certo come educatrici, quelle tre insegnanti hanno commesso un fatto molto grave".