Ammontano a circa 4 milioni di euro le quote di Imu e Tari non versate nell’ultimo quinquennio dai cremaschi. Di questi, 1.2 milioni sono stati recuperati nel 2022 da parte della struttura comunale incaricata: nel dettaglio 230 mila relativi alla Tari e quasi 1 milione per l’Imu. All’appello mancano quindi ancora 2,8 milioni ai quali andrà sommata a fine anno l’evasione del 2023. Non vanno poi dimenticati i 450mila euro di cartelle fiscali sotto i mille euro condonate le scorse settimane dall’ente locale per le annualità 2000-2015 e i 35mila euro di insoluti ripianati dal Comune alla Sodexo per il servizio mensa fornito e non pagato. Sono quindi considerevoli le cifre evase da quei furbetti (meglio chiamarli evasori) che ogni anno decidono di non rispettare le scadenze fiscali che pesano su ogni cremasco, neonati inclusi, per 115 euro annui a testa. Il Comune riesce ad aver immediato controllo della tassa sui rifiuti (Tari) che nel bilancio previsionale del 2022 consta di circa 4,4 milioni e che è versata dall’88% dei cittadini. Più complicata la verifica dell’Imu perché è in autodichiarazione: nel 2022 era stimata in 9,9 milioni.
Pier Giorgio Ruggeri