Il sindacalista va ai domiciliari: "Sono tornato più forte di prima"

Il sindacalista Gianfranco Bignamini, scarcerato per arresti domiciliari a Codogno, ringrazia chi gli è stato vicino. Attende una nuova sentenza che potrebbe disporre lavori socialmente utili. Dopo essere stato in carcere per diffamazione e minacce, affronta la situazione con positività nonostante le difficoltà fisiche.

Il sindacalista va ai domiciliari: "Sono tornato più forte di prima"

Il sindacalista va ai domiciliari: "Sono tornato più forte di prima"

"Sono tornato più forte di prima". Ieri pomeriggio con un messaggio sui social il sindacalista Gianfranco Bignamini (nella foto), che è stato scarcerato per essere mandato agli arresti domiciliari a Codogno, ha ringraziato chi gli è stato vicino in questi mesi. Ora deve attendere un’altra sentenza – forse la settimana prossima – che potrebbe disporre per lui il provvedimento della messa in prova, con l’affidamento di lavori socialmente utili. Sarebbe un’ulteriore buona notizia per il settantenne codognese per il quale, il 26 gennaio, si erano aperte le porte del carcere di Piacenza su disposizione dell’autorità giudiziaria in seguito al fatto che diverse sentenze per diffamazione, calunnia nonché minaccia a pubblico ufficiale erano passate in giudicato.

La pena da scontare era di quattro anni e sei mesi, successivamente ridotta a due anni e dieci mesi anche se vi sono altri procedimenti incombenti. "È stata una prova molto dura per lui. Era molto dimagrito, quando sono andata a trovarlo, ma è sempre stato positivo. Aveva un compagno di cella che lo seguiva e lo portava in carrozzella (Bignamini ha problemi di deambulazione da tempo, ndr) perché da solo faceva faticava a muoversi. Quando l’ho incontrato in carcere, non sembrava nemmeno lui", ha ribadito ieri Nadia, la compagna del sindacalista.

Tre e mesi e mezzo fa furono i carabinieri a bussare alle porte della sede del sindacato Fisi di via Pascoli dove Bignamini si recava ogni mattina, per portarlo in carcere a Piacenza.

M.B.