Il rito della lavanda dei piedi: il vescovo sceglie dieci donne ucraine

Monsignor Corrado Sanguineti ha invocato "il dono della pace"

Il rito della lavanda dei piedi: il vescovo sceglie dieci donne ucraine

Il rito della lavanda dei piedi: il vescovo sceglie dieci donne ucraine

"Lavando i piedi di alcune sorelle della comunità ucraina in Pavia, desidero idealmente inchinarmi davanti a tutti coloro che soffrono, soprattutto donne, bambini e anziani, a causa della guerra d’aggressione che da più di due anni subisce il popolo dell’Ucraina, e a tutti coloro che in altre terre, in particolare in Israele e in Palestina, sono vittime di una violenza inumana". Il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti ha usato queste parole nell’omelia della Messa Crismale del Giovedì Santo. Alla presenza del parroco della comunità ucraina Alex Tovt, il monsignore si è chinato davanti a dieci donne ucraine che vivono a Pavia ma hanno il loro cuore e la loro testa in Ucraina, e ha compiuto il rito che anche Gesù ha fatto dopo l’Ultima Cena. In passato sono stati i migranti i protagonisti della lavanda dei piedi, ma anche le persone in difficoltà.

Quest’anno, quando è forte l’esigenza di pace, sono state coinvolte le persone che più vicino a noi vivono sotto i bombardamenti. "Portiamo a Dio la sofferenza di questi popoli e invochiamo il dono della pace", ha aggiunto il monsignore. Sono purtroppo sempre numerose le zone di guerra e Sanguineti ne ha volute ricordare alcune in questa Pasqua così difficile anche in Terra Santa.

"Confidiamo nella fedeltà del Padre che non può abbandonare i suoi figli, che non manca di sostenerli anche nelle notti più buie. I nostri fratelli e sorelle cristiani che celebrano l’Eucarestia nelle chiese della martoriata Ucraina e della Terra Santa, pensiamo alla piccola comunità cristiana di Gaza, ad Haiti e in tanti luoghi segnati dalla guerra, dalla violenza della persecuzione, dalla povertà e dall’ingiustizia, proclamano una speranza più forte di tenebre e orrore".

Nell’anno dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, per il vescovo sarebbe opportuno riscoprire l’Eucarestia. "L’Eucarestia è memoria come la cena pasquale, che ancora oggi i nostri fratelli ebrei celebrano, come un rito familiare. Nei testi sacri è scritto: “Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne".

M.M.