
I taser tolti agli agenti. Polizia locale in agitazione. Ma i sindacati sono divisi
Sono pronti a incrociare le braccia gli agenti di polizia locale ai quali l’amministrazione comunale, da poco insediata, ha sospeso l’utilizzo del taser, la pistola elettrica. Il primo passo è stato la proclamazione dello stato d’agitazione che ora passerà da un incontro in prefettura. "Con una semplice e-mail – ha scritto il responsabile provinciale polizia locale della Uil Fpl, Giovanni Latiano – l’amministrazione ha comunicato al comandante la volontà di sospendere l’impiego del dispositivo. Al di là dell’intervento, non solo secondo noi irrituale, ma anche privo di qualsiasi sussistenza giuridica, rimane il mancato rispetto nei confronti dei lavoratori". La Uil, ma pure i sindacati di polizia, ritengono la dotazione una protezione per gli agenti, soprattutto in questo periodo. "Non siamo più di fronte al “vigile“ che si occupa di regolamentazione del traffico o di controlli di natura amministrativa – ha aggiunto Latiano –. Da anni, per non dire decenni, la polizia locale è, a tutti gli effetti, una forza di polizia. E anche la città è profondamente cambiata, da centro tranquillo, costellato, di tanto in tanto, di qualche rissa tra giovani goliardi, a nucleo urbano dove imperversano babygang e borseggiatori di ogni sorta, spesso violenti e pericolosi".
La Cgil si schiera con l’amministrazione: "Eravamo estremamente preoccupati per la concessione del taser al corpo di polizia municipale di Pavia – ha detto Americo Fimiani, segretario generale della Fp Cgil Pavia –. Auspichiamo che, per mettere davvero in sicurezza la città e le forze dell’ordine, si intraprenda una strada completamente differente, che affronti il tema della sicurezza in termini non solo repressivi, ma soprattutto preventivi, che si investa da subito con l’implementazione degli organici e delle dotazioni strumentali, in programmi di formazione degli agenti, mirati alla gestione non violenta dei conflitti".
Sul piano politico, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Nicola Niutta, dopo aver effettuato un accesso agli atti, ha ammonito: "Si rischia un procedimento alla Corte dei conti, perché se è vero che i taser sono stati donati dall’azienda produttrice, tra le cartucce e la formazione di 2 operatori aggiuntivi si superano i 12.300 euro di soldi pubblici, più le ore di lavoro dedicate da altri 10 agenti per la formazione base".