
"I nostri maialini stanno conducendo la loro vita regolare. Alcuni sono morti, ma il veterinario che li ha esaminati ha detto che non c’erano le condizioni per ritenere che il nostro fosse un focolaio di peste suina africana -. Uno si è spento come se avesse avuto un infarto, l’altro dopo una giornata di inappetenza". In un video, i responsabili del rifugio Cuori liberi di Zinasco, spiegano il motivo per cui attivisti si siano asserragliati attorno al santuario in modo da evitare che l’Ats entrasse per abbattere i suini. "Abbiamo sempre richiesto l’eutanasia - hanno detto i responsabili della struttura replicando a chi li accusava di essere crudeli". Adesso abbiamo dei maialini che stanno bene e altri con lievi sintomi come letargia o inappetenza".