Pavia – Si terranno oggi, davanti alla Gip di Pavia Maria Cristina Lapi, le udienze di convalida dei fermi di Massimo Sgroi, 52 anni, e Giuseppe Di Stefano, 34 anni, indagati per omicidio in relazione alla morte di Giuseppe Sgroi, 54 anni, a Cilavegna. Massimo Sgroi, fratello della vittima, e Di Stefano, di cui la parte offesa era amico, si trovano in custodia cautelare in due carceri diversi. Già martedì erano stati interrogati dalla pm titolare dell’indagine, Valentina Terrile. Se Di Stefano, assistito dall’avvocata Alessandra Zerbi, non aveva risposto alle domande, Massimo Sgroi aveva invece scelto di dare alla pm la sua versione dei fatti. L’uomo è assistito dall’avvocata Valentina Zecchini Vaghi.
“Il mio assistito è incensurato, era disoccupato da tempo e ha riferito di avere diverse patologie – spiega la legale –. In alcuni momenti del suo resoconto piangeva, aveva umore altalenante. Ha detto di essere da solo e di non avere parenti, infatti la casa in cui viveva con il fratello era dei genitori, che sono defunti. Alla luce di tutto ciò, chiederò al Gip una perizia psichiatrica”.
La richiesta sarà formulata in sede di udienza di convalida. Secondo la versione dei fatti fornita da Sgroi inizialmente, ci sarebbe stata una lite per banali motivi di convivenza. Già da qualche tempo in casa sembra che si discutesse, prima la situazione riguardava i due fratelli, poi da qualche settimana Di Stefano era andato ad abitare con loro a Cilavegna. L’ultima discussione sarebbe stata causata da recriminazioni sulla spesa, i costi e la convivenza. Massimo Sgroi ha raccontato che non andava d’accordo con Di Stefano e che non aveva appoggiato la decisione di ospitarlo in casa.
Ha poi spiegato di esser stato presente al litigio prima dell’accaduto, ma di essersi poi allontanato in salotto per guardare la televisione e non aver quindi assistito alla morte del fratello. Avrebbe, secondo la sua versione dei fatti, sentito un tonfo e, tornato in cucina, avrebbe trovato il fratello a terra. Sono scattati i soccorsi, ma per Giuseppe Sgroi non c’è stato nulla da fare. Ora il fratello e l’amico sono indagati per omicidio in concorso, le indagini faranno luce sull’accaduto: la dinamica è ancora tutta da chiarire. Giuseppe Sgroi era l’unico in casa che lavorava ed era molto conosciuto e benvoluto in paese. Viene ricordato da chi l’ha conosciuto come una persona educata, volenterosa e dignitosa.