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Caso Garlasco, la madre di Sempio ha avuto un malore in caserma: silenzio sul giallo dello “scontrino”

Daniela Ferrari sentita come testimone si è avvalsa della facoltà di non rispondere: ha quasi subito mostrato segni di malessere, non ha risposto neanche sulla questione dei presunti atti d’indagine “passati” ai legali di Sempio nel 2017

Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio (a destra), esce dalla caserma di Via della Moscova insieme all'avvocato Angela Tacci

Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio (a destra), esce dalla caserma di Via della Moscova insieme all'avvocato Angela Tacci

Pavia – L’enorme tensione che da mesi circonda i protagonisti del caso di Garlasco sembra aver riscosso un primo tributo. Questa mattina, nella sala del Comando provinciale dei carabinieri di Milano, Daniela Ferrari ha avuto un malore. Era lì convocata come testimone nell’ambito della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Un delitto per cui era stato condannato definitivamente Alberto Stasi, ma che da mesi vede un altro nome tornare al centro dell’attenzione: quello di Andrea Sempio, figlio di Ferrari, formalmente indagato per omicidio.

L’interrogatorio si è interrotto quasi subito. Dopo appena due domande di carattere generale, Ferrari ha mostrato segni di malessere ed è stata consigliata a interrompere l’audizione dall’avvocato Massimo Lovati, che la assiste insieme alla collega Angela Taccia. Già prima di presentarsi, la donna aveva comunicato l’intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere, prevista per i testimoni che potrebbero indirettamente autoaccusarsi o coinvolgere persone a loro vicine.

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Su cosa doveva testimoniare Ferrari

Ferrari era stata convocata per chiarire nuovamente alcuni aspetti della mattina dell'omicidio: a che ora uscì di casa, quali commissioni svolse, a che ora rientrò. Ma soprattutto avrebbe dovuto parlare di uno degli elementi più discussi dell’inchiesta: lo scontrino del parcheggio di Vigevano che Andrea Sempio conservò su suggerimento dei genitori. Secondo quanto emerso nel 2017, quel documento dimostrerebbe che al momento dell’omicidio di Chiara Poggi il ragazzo si trovava in un altro luogo rispetto a casa Poggi, ma la sua produzione tardiva aveva sollevato dubbi tra gli inquirenti.

La posizione di Sempio era già stata valutata nel 2017 dalla Procura di Pavia, a seguito di alcuni accertamenti sul Dna effettuati dalla difesa di Stati. I campioni genetici risultarono compatibili con quelli di Sempio, che frequentava la casa dell’amica con regolarità. Tuttavia, l’inchiesta fu archiviata: non emerse alcun elemento tale da mettere in discussione la colpevolezza di Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.

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La nuova indagine

La nuova indagine è partita da un approfondimento genetico: una consulenza tecnica di parte che ha portato a rivalutare i profili di Dna trovati su alcuni reperti. Questo non significa, però, che il quadro accusatorio contro Stasi sia stato annullato: piuttosto, si tratta di un’azione che tenta di verificare se vi siano elementi che all’epoca furono trascurati o mal interpretati.

Alla signora Ferrari sarebbe stato chiesto anche di spiegare un altro dettaglio, emerso da una trasmissione televisiva: un “fuorionda” de Le Iene in cui si faceva riferimento a come i legali di Sempio, nel 2017, avrebbero avuto accesso ad alcuni documenti delle indagini. Un elemento che, secondo gli inquirenti, potrebbe risultare rilevante per valutare l’attendibilità delle dichiarazioni rese allora. La Procura di Pavia aveva ribadito che ogni passo della nuova iinchiesta viene mosso senza pregiudizi verso nessuna delle persone coinvolte. 

Le critiche dei legali di Sempio

L’avvocato di Ferrari, Massimo Lovati, ha criticato duramente la decisione di sentire la testimone a MIlano: “Questa convocazione in caserma, a Milano, non mi è piaciuta. Se i pubblici ministeri vogliono sentire la signora, che la convochino loro in Procura a Pavia”, ha detto il legale che, assieme a Taccia difende Andrea Sempio.

“È una tattica che non mi piace. Non mi è piaciuto – ha aggiunto – l’aver fatto tornare a Milano Sempio, convocandolo al telefono, per prendere di nuovo le impronte, e non mi è piaciuta la convocazione di oggi. Inoltre non capisco perché la Procura ha dato la delega ai carabinieri di Milano e non a quelli del pavese. Questa indagine sembra essere di iniziativa del carabinieri di Milano e non dei pubblici ministeri. Andrea sta male, in quanto il padre ha problemi di salute, e la madre è scossa”.