Festa del Ticino, bufera sui botti: l’anno scorso l’idea di non farli

Sergio Maggi, consigliere comunale di maggioranza, non condivide la scelta dell’amministrazione comunale

Fuochi d'artificio

Fuochi d'artificio

Pavia, 21 agosto 2017 - «È una decisione della Giunta, con noi consiglieri nessuno ne ha parlato. E se per quest’anno è ormai troppo tardi, mi impegnerò per l’anno prossimo. Perché i fuochi d’artificio si possono fare anche senza i botti che traumatizzano gli animali». Sergio Maggi, consigliere comunale di maggioranza (Pd) sempre impegnato nella tutela degli animali, non nasconde di non condividere la scelta dell’amministrazione comunale per il finale pirotecnico della prossima Festa del Ticino.

In realtà il programma completo della sempre attesa festa settembrina (da venerdì 8 a domenica 10 settembre) sarà presentato ufficialmente in conferenza stampa in Comune venerdì 1 settembre. Ma la Giunta, già nella seduta dello scorso 3 agosto, ha approvato l’organizzazione delle manifestazioni della Fesa del Ticino 2017 «che si concluderà domenica 10 settembre con lo spettacolo pirotecnico organizzato presso l’Area Vul», come recita anche la Determinazione dirigenziale per «l’affidamento di prestazioni di servizio finalizzate alla realizzazione dello spettacolo pirotecnico conclusivo della Festa del Ticino», per un impegno di spesa di 12mila e 200 euro (10mila più Iva al 22%).

Ma lo scorso anno, il 2 settembre, alla conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2016, la vicesindaco e assessore al Commercio, Angela Gregorini, aveva anticipato che sarebbe forse stato l’ultimo anno con i fuochi d’artificio tanto contestati dagli animalisti: «Stiamo già pensando per il prossimo anno – aveva detto – di verificare la possibilità di realizzare dei giochi di luce, senza botti, per la felicità anche degli animali». Intenzioni che avevano subito provocato malumori fra gli appassionati dei tradizioni fuochi d’artificio, sempre molto apprezzati in città. «Dopo il crollo della Torre Civica – ricorda il consigliere Maggi – per motivi di sicurezza per la tutela del patrimonio architettonico i botti furono vietati, ma si fecero comunque fuochi senza botti. Evidentemente interessa meno la tutela degli oltre 8mila cani, per contare solo quelli con regolare microchip che vivono in città, oltre agli altri animali domestici e anche alla fauna selvatica nel Parco del Ticino».