Broni, area ex Fibronit sequestrata: ipotesi frode, truffa aggravata, delitti ambientali

Indagati amministratori e responsabili dei lavori di rimozione dell'amianto. Si tratta di un'area di circa 140mila metri quadrati

Broni (Pavia), 26 maggio 2022 - Area ex Fibronit posta sotto sequestro: indagati amministratori e responsabili dei lavori di bonifica, per presunte irregolarità nei lavori del secondo lotto. La Procura di Pavia ha reso noto con comunicato stampa diramato questa mattina dalla Guardia di finanza che "sta eseguendo il sequestro probatorio di un'area di circa 140.000 mq facente parte del SIN ex Fibronit di Broni. Contestualmente vengono perquisiti gli uffici della Stazione appaltante e di 2 società esecutrici della progettazione e dell'esecuzione dei lavori del 2° lotto di bonifica".

Le principali ipotesi di reato per cui la Procura di Pavia sta procedendo sono la frode nelle pubbliche forniture, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ma anche alcuni delitti contro l'ambiente, fra cui inquinamento ambientale e attività di gestione di rifiuti non autorizzata, ma anche numerose violazioni delle misure di prevenzione e protezione dai rischi connessi all'esposizione all'amianto. Il Sito di interesse nazionale (Sin) dell'ex Fibronit, fabbrica di amianto dismessa da quando il pericolo materiale era stato messo fuori legge, è stato monitorato dal Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Pavia, che nel 2019 ha avviato indagini ipotizzando un sistema di frode nelle pubbliche forniture.

"Durante i lavori di bonifica del 2° lotto dell'area - spiega la Procura - sarebbero stati disattesi gli obblighi derivanti da un contratto di fornitura concluso con una società a partecipazione pubblica, violando, illecitamente e ripetutamente, le prescrizioni progettuali autorizzate con la conseguenza di non provvedere, di fatto, al corretto ripristino dello stato dei luoghi del Sin". La conseguenza peggiore, al momento solo ipotizzata, sarebbe "l'esposizione alla polvere proveniente dall'amianto o dai materiali contenenti amianto nell'area del sito monitorata", "con pregiudizio per gli operatori stessi e per la contaminazione dell'ambiente esterno". Il sequestro è stato disposto "per svolgere accertamenti tecnici volti a riscontrare le ipotesi di indagine, con particolare riferimento all'attuale presenza di sostanze nocive".