MANUELA MARZIANI
Cronaca

Pavia, ex Necchi: ecco il futuro

La proprietà dell’area presenta il piano di recupero tra verde e coworking: più vicini a Milano

Il sopralluogo all'ex Necchi

Pavia, 26 settembre 2019 - L'area   sulla quale nel secolo scorso si costruivano macchine per cucire, nei prossimi anni “ricucirà” Milano al capoluogo pavese e diventerà il motore dello sviluppo della città. Questo è l’obiettivo che si sono posti Heinz Peter Hager, al quale fa capo la Museum srl, e Paolo Signoretti, fondatore di Heliopolis Urban Regeneration.

Insieme hanno acquistato all’asta per 4,8 milioni di euro gli 11 ettari dell’ex Necchi e ora intendono dare nuova vita a un pezzo di storia della città che occupava settemila persone. Mercoledì  mattina i nuovi proprietari hanno aperto per la prima volta il cancello e fatto visitare l’area dismessa alla giunta comunale quasi al completo, ai vertici della Regione, al prefetto Silvana Tizzano, al rettore Fabio Rugge, ai tecnici del San Matteo e ai responsabili di Arpa. L’ex Necchi, infatti, si trova in viale Repubblica, a pochi passi dal centro della città, ma anche vicino al San Matteo e alle altre strutture sanitarie e sulla strada che porta alla Ss35 per Milano.  "Vorremmo che l’area fosse una cerniera con la città delle 100 torri - ha detto Signoretti - e il Policlinico che si trova oltre la ferrovia, ma vorremmo che portasse a Pavia tante attività economiche. Per questo abbiamo pensato di realizzare sugli 11 ettari un mix funzionale in cui ci siano case, co-working, verde attrezzato e una pista ciclopedonale per Milano".

Inutile negare, però, che dall’area dismessa da 20 anni, per prima cosa occorre eliminare il grave degrado e ripristinare la salubrità, oggi fortemente compromessa. Coperture in amianto da rimuovere come i sacchi aperti stoccati sotto quel che resta di un capannone e resti di fonderia nel sottosuolo sono alcuni dei problemi che i nuovi proprietari dovranno affrontare. "Non ci spaventano gli interventi di bonifica - ha proseguito l’ingegner Paolo Signoretti, che da anni collabora con Hager per il recupero di aree dismesse -, ne abbiamo già affrontati altri. Lavorando con un team di esperti in sostenibilità ambientale vogliamo restituire al più presto l’area alla città e abbattere i muri".  "Per noi le tempistiche sono molto importanti - ha sottolineato Hager, che opera nel settore immobiliare -. Subito dopo la bonifica, nei prossimi 2 o 3 anni, pensiamo di poter realizzare le prime infrastrutture e completare l’intervento in 5 anni. Sappiamo che operazioni di questo tipo, se vanno oltre i 5 anni, non sono operazioni di successo e vogliamo che questa sia un’operazione di successo".