NICOLETTA PISANU
Cronaca

Segregata nella casa e denutrita: marito assolto da tutte le accuse

Pavia, Laura Carla Lodola era arrivata a pesare 15 chili

Il letto della donna

Pavia, 15 aprile 2016 - Il processo si è concluso con l’assoluzione. Per Antonio Calandrini, 60 anni, resta la tristezza di aver perso la compagna, Laura Carla Lodola, 55 anni, la donna trovata ridotta a un cumulo di ossa nel gennaio 2015 in un appartamento di via Tasso a Pavia. Calandrini è comparso davanti al Gup con le accuse di maltrattamenti con l’aggravante dalla morte della vittima, abbandono di incapace, sequestro di persona e lesioni gravissime. Aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

Per i maltrattamenti, il giudice ha deciso per l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato, mentre per le altre contestazioni è stata riconosciuta l’assoluzione con formula piena: "Sono molto soddisfatta perché questa formula indica che l’eventualità dell’infermità mentale del mio assistito non è stata considerata - ha commentato l’avvocato difensore di Calandrini, Valentina De Renzis di Pavia -. Il mio assistito non era presente all’udienza. È libero già da tempo, vive a casa sua ed è tornato alla sua vita di sempre. Certamente la situazione è particolare, perché da una parte siamo felici per il risultato dal punto di vista giuridico, dall’altro c’è la tristezza legata all’evento, che fa calare un velo sulla gioia di questo momento. Si tratta comunque di una vicenda triste". Ora l’augurio è che Calandrini "possa tornare al suo posto di lavoro come custode al Collegio Nuovo di Pavia, tra poco infatti scadrà l’aspettativa e speriamo possa essere reintegrato".

Era stato lo stesso Calandrini a lanciare l’allarme un anno fa, quando aveva capito che la moglie era a un passo dalla morte e necessitava di assistenza medica con urgenza. La donna era arrivata a pesare quindici chili, il suo corpo presentava anche profonde piaghe da decubito, sintomo che aveva trascorso a letto molto tempo. Per anni non era uscita di casa. Portata al policlinico San Matteo in condizioni gravissime, era poi spirata in ospedale. Calandrini era stato indagato e arrestato, dopo un periodo in carcere era stato affidato a una struttura protetta. L’accusa durante il processo aveva chiesto l’assoluzione ma il riconoscimento della parziale infermità mentale, elemento poi non contemplato nella sentenza del giudice.