Pavia, il capitano: "Ho sconfitto il Coronavirus. E ora dono il plasma"

Annalisa Menga, comandante del Radiomobile di Pavia, e altri carabinieri guariti dalla malattia aiutano il San Matteo a curare i pazienti gravi

Il capitano Annalisa Menga, comandante del Radiomobile di Pavia

Il capitano Annalisa Menga, comandante del Radiomobile di Pavia

Pavia, 19 marzo 2020 -  "È un aiuto che possiamo dare noi che siamo guariti". Annalisa Menga, capitano dei carabinieri, comandante del Nucleo operativo Radiomobile della Compagnia di Pavia, e una decina di militari, risultati positivi al Covid-19 e ora guariti, hanno donato il plasma al Policlinico San Matteo. "Sono stata tra i fortunati - spiega l’ufficiale - che hanno avuto sintomi molto simili a quelli dell’influenza comune, senza complicanze respiratorie".

Quando e come ha saputo di essere positiva al Covid-19? "Era l’inizio di marzo, non c’erano ancora tanti casi a Pavia. C’era però la consapevolezza del contagio che si stava diffondendo. Mi sono sottoposta ad auto-quarantena ai primi sintomi. Dopo qualche giorno di febbre, tosse e assenza della percezione del gusto, ho avuto modo di fare il tampone. E dall’esito ho saputo di essere positiva".

È stata ricoverata? "No. Sono stata fortunata, anche per l’attenzione dell’Ats alla mia situazione e a quella di colleghi. Nel mio caso, avendo sintomi controllabili, non si è optato per il ricovero. Sono rimasta al mio domicilio, monitorata dai sanitari del San Matteo".

I sintomi quanto sono durati? "La febbre solo 4-5 giorni. Poi sono rimasta in isolamento fino a quando non c’è stato l’esito negativo del tampone".

Come ha vissuto l’isolamento? "Un periodo caratterizzato da un senso di solitudine. Per come l’ho vissuto io, però, non è stato così distruttivo. Fondamentale è farsi forza, grazie soprattutto alla collaborazione di amici e colleghi, che si sono fatti carico delle cose anche più semplici, come portarmi a casa la spesa. Sono manifestazioni di solidarietà che ci spingono a sentirci in dovere e contenti di poter poi aiutare noi gli altri".

La donazione del plasma è nata così, per poter ricambiare l’aiuto? "Appreso che il San Matteo stava facendo questo studio sul plasma dei guariti da Covid-19, ci siamo confrontati con i colleghi positivi sulla possibilità di donare il nostro plasma per pazienti in condizioni peggiori. E siamo contenti di averlo fatto. Come carabinieri, ci sentiamo in dovere di stare accanto alla popolazione".

La donazione di plasma è come un semplice prelievo? "No, ha una procedura particolare della durata di circa 50 minuti. Ma grazie alle competenze del dottor Gianluca Viarengo e di tutto lo staff, ce l’hanno fatta vivere con molta semplicità".