Il più antico collegio universitario di merito in Italia, l’Almo collegio Borromeo, ha inaugurato ieri il nuovo anno accademico. Durante la cerimonia, che si è svolta nel salone degli Affreschi e si è aperta con i saluti istituzionali del presidente del Borromeo Vincenzo Salvatore, sono intervenuti per conto del comitato scientifico Marta Cartabia, già giudice della Corte Costituzionale e ministra della Giustizia, Patrizio Bianchi, economista ed ex ministro dell’istruzione, e Andrea Moro, linguista, neuroscienziato e docente dello Iuss, che, coordinati da Renzo Dionigi, chirurgo e già rettore dell’Università degli studi dell’Insubria, hanno dialogato su "La vita non è per dilettanti". La lectio è stata tenuta da Piero Stanchi alumnus del collegio Borromeo, ingegnere, manager delle telecomunicazioni. Sono seguiti poi gli interventi del rettore del collegio Alberto Lolli, del prefetto Francesca De Carlini, del rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto, del rettore della Scuola universitaria superiore (Iuss) Riccardo Pietrabissa, del presidente Associazione alumni Alessandro Bacchetta, dei rappresentanti degli studenti Giorgia Lazzeretti e Giacomo Minuto.
Vere protagoniste della cerimonia dedicata all’inaugurazione del nuovo anno accademico le matricole che sono state accolte con la consegna degli stemmi del collegio. "L’ingresso di trenta nuove matricole rappresenta una primavera che si rinnova ogni anno da 463 anni, sottolineando l’età di un’istituzione fondata in un periodo di grande crisi, durante un cambio epocale – ha spiegato il rettore Alberto Lolli –. Una trasformazione che sta segnando anche questo momento storico. Un tempo in cui sono fondamentali, oggi come allora, il talento e la capacità di condividere le proprie abilità e il proprio ingegno".
Il linguista Andrea Moro, invece, ha puntato l’accento sul tema che la vita non è per dilettanti: "Un richiamo forte a comprendere che noi siamo attori della nostra vita e non solo ingabbiati in essa passivamente", ha sottolineato.