Carbonizzato nell’auto, la verità solo con il dna

Gambolò, la vettura era di proprietà di un trentenne egiziano. La vittima potrebbe essere lui

Non ci sono ancora elementi certi per poter dare un nome ed un volto all’uomo trovato completamente carbonizzato sabato pomeriggio all’interno di un’auto nelle campagne al confine tra Gambolò e la frazione Morsella di Vigevano. Il veicolo, una Audi A3, è risultata essere di proprietà di Ibrahim Mohamed, un egiziano di 30 anni, incensurato, residente a Cilavegna, a pochi chilometri di distanza, e che non è stato ancora rintracciato ed è per questo che non è possibile escludere che il corpo rinvenuto da un cacciatore sia proprio il suo. I carabinieri di Vigevano stanno vagliando tutte le ipotesi anche se con il passare delle ore quella dell’omicidio sembra diventare sempre più consistente.

Un dubbio che potrà essere dissipato però soltanto dopo le analisi dei poveri resti, dai quali si tenterà di estrarre il Dna per compararlo con quello del giovane extracomunitario. La condizione è che siano reperibili quantità organiche tali da poter effettuare gli accertamenti. Si dovrà inoltre provare a capire come è sopraggiunto il decesso e se, al momento del rogo, l’uomo fosse ancora vivo. Un fatto che potrebbe indicare o cancellare l’ipotesi che, al contrario, si sia trattato di un atto volontario, anche se le modalità sono decisamente poco ricorrenti oltre che particolarmente complessi nell’attuazione. Quando è stata ritrovata, era il tardo pomeriggio di sabato, l’Audi A3 era già completamente fredda: un particolare che attesta come il rogo si sia sviluppato in un’arco temporale compreso tra le 6 e le 8 ore. Toccherà ora alla perizia necroscopica, almeno dove possibile, identificare se e come è sopraggiunta la morte, accertare cioè se sul corpo della vittima possano essere isolate con certezza le tracce di una azione violenta. U.Z.