Bressana Bottarone, il treno si ferma dopo la stazione: pendolari beffati

Il convoglio è ripartito, senza far salire o scendere i passeggeri

Il regionale veloce fermo subito dopo lo scalo di Bressana

Il regionale veloce fermo subito dopo lo scalo di Bressana

Bressana Bottarone (Pavia), 7 novembre 2018 - Un altro, inedito, episodio nella “collezione” (si fa per dire) dei disagi dei pendolari pavesi. Dopo i treni che non ci sono perché vengono soppressi e quelli che si bloccano lungo la linea a causa di guasti, ecco il treno che non ferma anche quando dovrebbe. È successo ieri mattina alle 7,50 alla stazione di Bressana Bottarone dove c’erano un centinaio di pendolari in attesa del regionale veloce 3983 che parte da Asti alle 6,45 e dovrebbe (ma non succede quasi mai) arrivare a Milano Centrale alle 8,37. Utile, anzi super gettonato, dai pendolari di Pavia e dell’Oltrepo Pavese che, quando va bene (ma ieri il loro treno, manco a dirlo, era soppresso) arrivano anche da Stradella.

Solo che ieri, il treno 3983, arrivato a Bressana Bottarone, si è fermato ben oltre alla stazione, in curva. Poi è ripartito, senza far salire o scendere i passeggeri: «Dietro – ha commentato sui social, un pendolare – incombeva il magnifico, ovvero il Frecciarossa Genova-Milano-Venezia». A parte il fatto, comunque, che un treno non può, per regolamento, fare retromarcia, la beffa per i pendolari in attesa è stata doppia perché il Frecciarossa è passato, come da regola senza fermarsi, davanti a loro e quindi hanno dovuto attendere un altro regionale da Voghera per Milano Certosa. Tradotto in ritardi almeno 30-40 minuti e clamorosamente anche il regionale veloce (forse troppo veloce) che ha saltato la fermata, è giunto a Milano con un ritardo di 24 minuti. E non solo: i vari siti istituzionali riportano anche come effettuata la fermata di Bressana. «La situazione ha assunto dimensioni grottesche perché non c’è stata nessuna comunicazione» dicono i pendolari. Ma ci saranno conseguenze per il macchinista distratto? Potevano esserci rischi maggiori? Tutti quesiti ai quali manca una risposta ufficiale.

Trenord si è affrettata a ribadire «non è un nostro treno». Trenitalia Lombardia ha rimbalzato sul Piemonte: «Il treno parte da Asti e quindi bisogna chiedere a Torino» è stato precisato. Ma Torino non rispondeva. L’ennesima giornata campale per i pendolari pavesi è proseguita fra ritardi e soppressioni. «Così non si può andare avanti» protestano. Sabato i comitati pendolari della provincia di Pavia si ritrovano tutti a Cava Manara, scelta simbolicamente perché quasi crocevia delle varie linee ferroviarie della provincia. Tutte con un record: abbonamenti scontati del 30% perché i treni, quando ci sono, viaggiano in ritardo.