Barbara cercò due amici della vittima

Oltre a Ramon Pisciotta un’altra telefonata "Mi serve chi fa certi lavori"

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La Volkswagen Polo bianca di Gigi Bici non era ancora stata trovata vicino al fiume Olona e Barbara Pasetti già cercava alcuni amici del 60enne. Erano le 18,42 dell’8 novembre quando mandava a un amico un lungo messaggio: "Rientro in casa da poco – scriveva – Gigi mi ha dato questo numero perché devo chiedere a lei un numero che le ha chiesto stamattina. Ho sentito Gigi, ma mi ha detto che è caduto da un marciapiede e si è rotto la gamba dove è stato operato. Un amico lo sta portando all’ospedale". Dopo quel messaggio, Barbara Pasetti ha continuato a chiamare l’amico di Gigi Bici (nella foto) per raccontargli che il 60enne stava avendo problemi con delle persone dell’Est. Anche parlando con un altro amico, Ramon, la donna aveva sostenuto che il commerciante la mattina dell’8 novembre avesse alle calcagna un uomo che gli dava fastidio e aveva messo nelle mani di Gigi 500 euro da dare a questa persona prima di sparire in auto con lui. Ma l’auto fotografata da Barbara Pasetti appartiene a un uomo che non ha nulla a che vedere con la vicenda e la persona dell’Est che infastidiva Gigi Bici non esiste.

"Barbara mi aveva detto di conoscere gente che "fa certi lavori" – ha detto l’amico del commerciante -, ma non so a che lavori si riferisse. So solo che quando le chiedevo di passarmi Gigi per parlare con lui e avere chiarimenti, lei mi rispondeva che era in ospedale". E il giorno dopo la scomparsa del 60enne, Barbara Pasetti ha mandato altri messaggi all’amico dell’uomo. "Gigi mi ha detto di chiedere a te il numero di persone che fanno certi lavori – ha scritto la donna -. Se non credi a me, chiama Gigi io ci provo da ieri ma ha sempre la segreteria telefonica". Anche a Katia Criscuolo la donna arrestata per tentata estorsione e indagata per omicidio e occultamento di cadavere ha mandato dei messaggi nei quali le ha raccontato un suo dolore, quello per la morte del fratello adolescente incastrato sotto la motrice di un rimorchio a Porta Milano mentre si trovava in sella alla sua bici. "Io odio le biciclette – aveva scritto la donna – perché ho visto mio fratello Andrea morirci sopra".

Manuela Marziani