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Avvelenamenti da colchicina, premio a giovane tossicologa della Maugeri di Pavia

La 31enne ha messo a punto una scala di gravità dell'intossicazione in grado di aiutare i clinici a determinare l'urgenza degli interventi

Laboratorio medico (Afp)

Pavia, 16 ottobre 2020 - Un'eccellenza tutta italiana: Azzurra Schicci, giovane tossicologa del Centro antiveleni Maugeri di Pavia, ha ricevuto il 'Young Investigator Award' assegnato dalla European Association of Poisons Centres and Clinical Toxicologists (Eapcct) per i suoi studi sull'intossicazione da colchicina, mortale nel 90% dei casi gravi.  Azzurra Schicchi, originaria di Cefalù in provincia di Palermo,

La colchicina è un farmaco antinfiammatorio di grande efficacia contro la gotta - ricordano dagli Istituti clinici scientifici Ics Maugeri - il cui sovradosaggio o assunzione accidentale in eccesso provoca però ogni anno alcune decine di casi di intossicazione. Oppure viene direttamente ingerita la pianta da cui si estrae la sostanza (Colchicum Autumnale), perché il suo fiore viene spesso scambiato per quello dello zafferano selvatico.

Schicchi, ricercatrice 31enne di Cefalù (Palermo), ha messo a punto una scala di gravità dell'intossicazione in grado di aiutare i clinici a determinare l'urgenza degli interventi davanti a questo tipo di avvelenamento. "Si tratta di un nomogramma, un grafico che incrocia valori di intossicazione, tempi trascorsi dall'assunzione e livello di rischio - ha spiegato il direttore del Centro antiveleni pavese, Carlo Locatelli - e che consente di ottenere un dato obiettivo sulla possibilità di sopravvivenza in base al valore misurato di colchicinemia. Uno strumento che, una volta validato, potrà essere utilizzato per valutazioni prognostiche in urgenza e per le scelte di trattamenti invasivi precoci, come la circolazione extracorporea".

Laurea e specializzazione a Pavia, Schicchi ha basato il suo lavoro su una casistica molto ampia per questo tipo di avvelenamento: 77 intossicazioni, tutte da farmaci, di cui 25 trattate dal centro pavese in collaborazione con il Laboratorio di analisi del Policlinico San Matteo, e 52 su cui ha lavorato il Lariboisière Hospital della Paris-Ddierot University, diretto da Bruno Mégarbane, presso la cui Tossicologia la giovane ha svolto parte della sua specializzazione. La ricercatrice ha analizzato tutte le intossicazioni nel loro decorso, individuando l'esatta correlazione fra il dosaggio di questo alcaloide (ossia la sua presenza nell'organismo) e il tasso di mortalità. "Le prime 24 ore di intossicazione da colchicina sono decisive per le attività cliniche che si devono adottare - ha affermato Schicchi - e questo nomogramma può fornire ai clinici gli elementi per decidere rapidamente gli interventi da mettere in campo". "Lo studio - ha aggiunto Locatelli - dimostra il valore della ricerca in tossicologia clinica del nostro centro e dell'Irccs Maugeri. Era la decima volta che una nostra ricerca entrava fra le tre finali, cosa che non accade per le altre strutture gemelle a livello mondiale".