L’annullamento della delibera con la quale il Clir, il consorzio lomellino che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, ha stabilito l’aumento delle tariffe: è la mossa decisa dal Comune di Gambolò che si è già affidato a un legale.
"Avremmo voluto trovare una soluzione diversa – spiega Antonio Costantino, sindaco di Gambolò, il secondo socio per importanza del Clir – ma non siamo stati ascoltati. Il nostro obiettivo era salvare il Clir e i suoi dipendenti. Se non avessimo impugnato la delibera, avremmo di fatto accettato i rincari che sarebbero ricaduti sui cittadini".
Alla base della contestazione di Gambolò c’è il rincaro del 18% della tariffa dello scorso anno deciso dal cda del Clir, aumento che non è stato preventivamente deliberato dall’assemblea; ai soci nella circostanza era stata chiesta soltanto una presa d’atto in relazione ad una decisione già assunta senza prevedere alcuna votazione.
Secondo Gambolò l’aumento tariffario avrebbe avuto come unico obiettivo quello di riordinare i conti dell’azienda e salvare di fatto il Clir dalla liquidazione.
"Non avessimo impugnato il provvedimento entro i termini – specifica ancora il battagliero primo cittadino gambolese – gli aumenti sarebbero scattati automaticamente. Sono sorpreso che nessun altro Comune socio del Clir abbia deciso di fare altrettanto".
Intanto a Vigevano non soddisfano i numeri della raccolta differenziata che si attestano intorno al 60%, ancora lontano dal 65% che è la soglia minima.
In effetti un costante incremento si registra ma è ancora molto contenuto. Per dare un nuovo impulso alla raccolta le strade sono due: una rappresenta un intervento sulle tariffe; l’altra quella di spuntare condizioni migliori per a vendita dei materiali raccolti.
Umberto Zanichelli