Appalti per i trasporti sanitari, prosciolto l’ex direttore Asst Pavia Michele Brait

Inchiesta sulle presunte irregolarità nell’affidamento dei servizi di ambulanza alla cooperativa First Aid One. L'ex dg prosciolto dalle accuse di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture: "Ma non cancellano la sofferenza". Cosa dice la sentenza

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Pavia - L’ex direttore generale dell’Asst di Pavia Michele Brait è stato prosciolto dalle accuse di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nell’affidamento alla cooperativa First Aid One del servizio di trasporto sanitario secondario in provincia di Pavia. Prosciolti anche il funzionario dell’Asst Pavia Davide Rigozzi, oltre alla rappresentante della coop Luigia Milano e suo fratello Angelo. Antonio, Francesco e Concetta Calderone, amministratori della coop, sono stati prosciolti per tre capi d’imputazione e sono stati rinviati a giudizio per altre contestazioni. Rinviati a giudizio anche l’allora consigliere della coop Luciano Saccomando e il già responsabile della centrale operativa Luca Ferraiuolo. Ha patteggiato 2 anni e 4 mesi l’allora rappresentante legale della coop Francesco Di Dio e ha patteggiato una sanzione di circa 13mila euro la stessa First Aid One, mentre la posizione di un altro indagato era stata stralciata. L’inchiesta era partita da un esposto nel 2016 in cui si segnalava la presentazione da parte di First Aid di un’offerta ritenuta antieconomica.

Brait era finito ai domiciliari nel marzo 2021. Assistito dal difensore Marco Casali, ha commentato: "Voglio ricordare questo come un giorno felice. Purtroppo non si può cancellare la sofferenza inflittami. La mia vicenda è un esempio di quanto sia importante il percorso che si sta facendo per rivedere alcuni strumenti in mano ai pm, quali la misura cautelare che deve essere circoscritta a casi limitati e ponderati. Infatti limitare la libertà personale diventa una condanna anticipata, distrugge la vita sociale e professionale". "Io ho perso il lavoro e subìto un danno reputazionale enorme – ha aggiunto –. Solo la mia forza d’animo, la mia famiglia, il mio avvocato e pochi veri amici mi hanno dato l’energia per non lasciarmi andare".

Per Casali, "confidando nella Giustizia avevo da subito chiesto a Brait di avere pazienza, anche se sapevo che è difficile averne quando si viene ingiustamente arrestati davanti ai propri familiari e si perdono poi lavoro e dignità. E il mio assistito non solo mi ha ascoltato ma mi ha sostenuto quando nel corso del processo ho dovuto constatare forzature e distorsioni, che facevano vacillare anche le mie più granitiche certezze. Oggi è banale dire che queste sono ritornate solide e che sono felice per Brait: forse è meno banale chiedere a chi ha sbagliato di riflettere su quanto accaduto, affinché non si ripeta".