L'ingegnere Alberto Fedele, scomparso il 4 luglio 2022
Pavia - Dopo sette settimane di angoscia per le sorti di Alberto Fedele, ora c'è il timore che dal Perù arrivi la tragica conferma. La polizia peruviana, del settore di Campanachayoc, del distretto di Lamay, nella provincia di Calca, nel pomeriggio di venerdì 19 agosto ha recuperato un cadavere nel rio Vilcanota, adagiato su un isolotto in mezzo al fiume. Il corpo, rinvenuto ormai privo di vita, senza documenti né vestiti, non risulta essere stato ancora identificato.
Il terribile sospetto
In base alle ipotesi della stampa locale peruviana, viene avanzato il sospetto che possa trattarsi del "turista italiano", il 30enne pavese Alberto Fedele, ingegnere gestionale che si trovava in Perù per un progetto di cooperazione internazionale della Ong WeWorld, scomparso dallo scorso 4 luglio. Dalla città di Abancay, dove viveva e lavorava per la Ong dallo scorso aprile, si era preso qualche giorno di riposo dal lavoro e aveva avvisato un'amica che si era spostato a Urubabmba e di prima mattina era partito per una gita nella laguna di Juchuyocha, a 4.800 metri di quota, zona impervia e senza copertura telefonica. Non è rientrato come previsto per le 19 e non ha più risposto al telefono: l'amica aveva poi lanciato l'allarme, denunciandone la scomparsa due giorni dopo, il 6 luglio.
L'ansia del papà
Le ricerche del disperso erano proseguite per settimane, ma erano poi state sospese senza esito. E anche il padre che da Pavia era partito per il Perù, di recente era rientrato in Italia. La famiglia aveva chiesto riserbo e silenzio, sempre rispettato da tutti i conoscenti pavesi e dall'Ong WeWorld, che ha sede legale a Milano e sedi operative a Milano e Bologna. Le procedure per l'identificazione del corpo ritrovato in Perù non si preannunciano semplici né immediate, probabilmente sarà necessaria la comparazione dei Dna per sapere se si tratta del 30enne pavese oppure no.