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Al Cupolone i pazienti sono accolti dai militari

Le voci di chi si è presentato nel giorno del debutto: "Finalmente vediamo uno spiraglio di luce"

A volte incerti nel passo, ma determinati, gli over 80 del centro Lodigiano si sono presentati ieri mattina puntuali all’apertura del centro vaccinale di Sant’Angelo. Sei quelle attivabili che possono garantire fino a 600 vaccinazioni al giorno, con la possibilità di attivarne fino a 9 e quindi arrivare a vaccinare fino a 900 persone al giorno, al Cupolone di via Forze dell’ordine. Il traguardo è stato possibile grazie all’impegno del Comune (presenti sindaco Maurizio Villa e vice Antonio Lucini) e Asst. Sul posto anche protezione civile e ufficiali della Brigata Corazzata Ariete del reggimento Genio Guastatori di Cremona. Le convocazioni, per circa 100 persone, sono state gestite dal sistema di messaggistica della Regione. Le vaccinazioni sono partite subito e sono state somministrate, tra le 9 e le 17, con il lavoro di un medico e due infermieri militari. La procedura prevedeva la misurazione della temperatura all’ingresso, l’ iscrizione al box e una volta vaccinati, l’attesa in una sala, assistiti dalla Croce Bianca. Si andava a casa quando sul display compariva il proprio numero. "Io sono qui, ma vaccinatevi tutti o non serve a nulla", è stato il monito, di Edvige Benco, 98enne di Pola, in Istria, domiciliata a Sant’Angelo. Villa ha ribadito:"Finalmente vediamo uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, sono molto orgoglioso di ospitare questo servizio e ringrazio tutti gli attori". Luigi Andrea Sala, 71 anni, diabetico in attesa di vaccino, accompagnava la suocera Clementina Viegi, 91 anni, di San Colombano: "Mi sono prenotata a inizio febbraio e hanno fissato l’appuntamento l’altro giorno via sms" ha spiegato la donna. "Se vogliamo uscirne è importante vaccinarsi senza preferenze per il siero" ha ribadito il parente. Vanda De Innocenti di Livraga, 93 anni, bisnonna di 7 nipoti, ha aggiunto: "Sono stata convocata l’altro ieri dopo 3 o 4 giorni dall’adesione e ieri mattina mi hanno detto di venire qui invece che a Lodi. Dobbiamo uscirne, o moriremo di fame, senza lavoro".Paola Arensi