
Ragazzine al cellulare (Ansa)
Pavia, 14 giugno 2019 - Foto e filmati nei quali si vede una ragazzina di 13 anni, nuda e in atteggiamenti intimi prima con un compagno e poi con un altro. Le immagini sono finite sulla chat di classe in mezzo ai compiti delle diverse materie. Il caso, che vede coinvolti tutti minorenni di età compresa tra i 13 e i 15 anni, è venuto a galla poco prima della fine dell’anno scolastico in una scuola del Pavese.
Sono state le amiche dell’adolescente a confidarsi con la psicologa che effettua servizio a scuola e a segnalare che cosa avevano visto tra i numerosi messaggi che i ragazzi si scambiano. Immediatamente sono stati avvisati gli insegnanti, il direttore didattico e sono stati chiamati i genitori dei tutti i minori coinvolti. Parallelamente sono state anche avviate verifiche da parte della Questura che dovrà appurare come sia stato fatto girare quel materiale pedopornografico. Non è chiaro, infatti, se le immagini siano rimaste confinate alla chat di classe oppure se siano state pubblicate anche su altre chat e siano arrivate pure sui vari social network e, in questo caso, chi le abbia divulgate. Dai primi accertamenti sembrerebbe che la ragazzina fosse consapevole di essere ripresa, e anzi, in alcuni casi avrebbe manovrato lei il cellulare. Resta da verificare se lo abbia fatto per esibizionismo, o le sia stato offerto denaro in cambio di quegli scatti.
«Oggi c’è un uso tecnologico che rompe tutti i confini», ha commentato Simone Feder, psicologo della Casa del giovane che l’anno scorso ha effettuato una ricerca sugli stili di vita di 4.546 studenti che frequentano le scuole superiori e su 682 delle medie. Al 22% di coloro che hanno dai 14 ai 18 anni e al 13% dei 13enni è capitato di trovarsi di fronte a proprie immagini imbarazzanti (le classiche prese in giro), mentre il 49% dei più grandi e il 19% dei più piccoli scambia immagini provocanti o osè. Al 19% degli studenti delle superiori e al 6% di coloro che frequentano le medie poi è capitato di inviare proprie immagini provocanti. «Spesso i ragazzi sono incapaci di ragionare – ha concluso Feder –, provano un’emozione e agiscono rischiando di trovarsi in una situazione frustrante dalla quale faticano a uscire».