Monza, il sindaco Allevi scioglie la riserva: "Puntiamo al bis"

Il primo cittadino uscente del centrodestra ufficializza la sua ricandidatura. "Cinque anni non bastano per cambiare il volto di una città"

Il sindaco Dario Allevi

Il sindaco Dario Allevi

Monza- Dario Allevi si ricandida. Il sindaco di Monza ha sciolto la riserva dopo aver trascorso la pausa natalizia a "lavorare su me stesso" e a "incontrare alcuni amici con cui stiamo amministrando la città dal 2017". Una decisione presa negli ultimi giorni con il sostegno dell’attuale maggioranza di centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) e della lista civica “Noi con Dario Allevi“ che "sicuramente ci sarà". Ma «magari nasceranno nuovi soggetti con nuove idee" e comunque "invito i cittadini alla partecipazione al nostro fianco nella prossima tornata elettorale". Perché "cinque anni non bastano per cambiare il volto di una città. Ancora meno quando metà mandato è stato pesantemente condizionato dalla pandemia". Per ora "abbiamo gettato le basi di un modello Monza che si è rivelato vincente, ma serve tempo per andare avanti. E per sfatare il tabù di Monza dove un sindaco non è mai riuscito ad avviare un secondo mandato. Questo è anche un limite per la città". Allevi confessa che "fare il sindaco è il lavoro più bello del mondo, ma anche il più faticoso, soprattutto se devi fare i conti anche con un’emergenza sanitaria a cui nessuno era preparato. Eppure non mi sono mai sentito solo in quest’ultimo, difficile, anno e mezzo, grazie anche all’esercito di volontari che hanno dato una mano su tutti i fronti".

Ed è questo "l’elemento caratterizzante della nostra Amministrazione: siamo riusciti a fare sistema, creando una collaborazione incredibile. Ne è dimostrazione anche la moltiplicazione dei patti di collaborazione con i cittadini su determinate tematiche". La "rete sul territorio" e una "forte coesione in tutta la squadra di governo": così "abbiamo amministrato in maniera eccellente e forte dei risultati raggiunti e della semina fatta, chiediamo nuovamente fiducia ai monzesi perché nei prossimi cinque anni vorremmo sviluppare un modello nuovo di città, proiettandola in una dimensione più aperta e competitiva".

Il capitano resta Allevi, con la fiducia dei tre partiti con cui sono saliti al governo nel 2017 al posto della Giunta di centrosinistra guidata da Roberto Scanagatti. Parla del suo mandato con termini calcistici: "Nel primo tempo ci siamo presi cura di una città che abbiamo trovato malconcia, dalle strade ai marciapiedi, dai giardini alle scuole – la panoramica del sindaco uscente –. Nel secondo tempo abbiamo iniziato a trasformare Monza". In mezzo, il Covid che ha rallentato tutto, a cominciare dalla metropolitana: "L’iter è stato solo rallentato di qualche mese". Adesso, quindi, "serve un ulteriore scatto in avanti, partendo dalla valorizzazione delle nostre eccellenze come la Villa Reale (che, peraltro, nel fine settimana appena concluso ha raggiunto il record di 2.500 visitatori), l’ospedale San Gerardo che si appresta a diventare Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, l’autodromo che proprio nel 2022 taglia il traguardo dei 100 anni, l’università. E con Regione Lombardia – continua Allevi – sono in corso progetti di sostenibilità e innovazione che vedranno Monza protagonista".

Senza dimenticare i fondi che arriveranno con i bandi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. E allora "ci riproviamo. E vorrei farlo con la stessa squadra – auspica –. Oggi partiamo con quattro liste: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e la civica “Noi con Dario Allevi“. Vedremo poi quanti si uniranno al nostro progetto". Mentre nell’altra metà del campo (politico) "vedo che non c’è ancora un capitano". L’unico a essere già uscito allo scoperto nella corsa alla poltrona di sindaco è il consigliere comunale Paolo Piffer (Civicamente), al suo terzo tentativo (alle elezioni del 2017 aveva sfiorato il 5%), con l’obiettivo di definire il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, mettere nero su bianco il Piano urbano della mobilità sostenibile e rivedere le imposte locali. Nel centrosinistra tutto ancora tace. Al di là delle voci che circolano da settimane e che vedrebbero come possibili candidati il giovane consigliere dem Marco Lamperti, il dirigente locale Pd Domenico Guerriero, e il direttore generale del Comune di Bergamo, Michele Bertola, monzese fratello di Cherubina Bertola, ex vicesindaca nella Giunta Scanagatti. Sempre che non esca un nome tra i renziani di Italia Viva. E nell’attesa che il Movimento 5 Stelle si esprima se allearsi al primo turno con il Pd o se correre con un proprio candidato come cinque anni fa.