BARBARA CALDEROLA
Economia

Il mercato dei microchip arranca. Per la StM di Agrate un piano di ridimensionamento

La prospettiva è quella di un mix di prepensionamenti e blocco del turnover. Ma i sindacati temono licenziamenti. Perde centralità la produzione dei 200 millimetri che è il core del sito

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La STmicroelectronics di Agrate

Agrate Brianza (Monza e Brianza) – Dopo il boom della domanda seguito alla paralisi produttiva del Covid, i semiconduttori conoscono la prima, pesante battuta d’arresto. I microchip, il cui mercato sembrava inesauribile, restano strategici ma arrancano. E le previsioni di crescita infinita vengono smentite. Così StMicroelectronics, dopo settimane di voci e dubbi, scopre le carte, almeno in parte, e annuncia una cura dimagrante. Che si concentrerà con ogni probabilità sul sito produttivo di Agrate Brianza, 5mila dipendenti iperspecializzati.

La multinazionale italo-francese, partecipata dal governo di Roma e da quello di Parigi, ha annunciato nella capitale d’Oltralpe i nuovi piani, che prevedono di puntare di più sulle linee dei prodotti da 300 millimetri, a scapito dei 200 che sono ancora il core business di Agrate. Da qui, la prospettiva di un taglio di personale. Un maxi piano di risparmi che passa “da prepensionamenti e blocco del turnover”, dice il segretario Fiom della Brianza, Pietro Occhiuto. Il quale però prevede che “saranno costretti ad aprire una procedura di licenziamento collettivo”. Almeno questo è il timore concreto dei vertici sindacali che ora chiedono il supporto delle istituzioni per scongiurare che il fiore all’occhiello della tecnologia, nato negli anni Cinquanta dalle intuizioni di Adriano Olivetti, segua un percorso di progressivo svuotamento. Ora sono in calendario le assemblee con i lavoratori. Poi il 4 dicembre ci sarà il faccia a faccia con i manager. Ancora pochi giorni fa era stato confermato anche lo stock di 53 contratti a termine. La speranza è che nessuno metta sul tavolo la parola “esuberi”.