Ceriano Laghetto, Gianetti Ruote: consiglio comunale ai cancelli

Sindaci, Provincia e Regione fuori dai cancelli. Le istituzioni condannano l’"atto folle" dell'azienda

Consiglio comunale Gianetti Ruote

Consiglio comunale Gianetti Ruote

Ceriano Laghetto (Monza)  Tre consiglieri regionali, il presidente della Provincia, nove sindaci del territorio e l’intero consiglio comunale di Ceriano Laghetto, schierati davanti ai cancelli della Gianetti ruote a testimoniare la presenza delle istituzioni attorno alla fabbrica chiusa all’improvviso, con un "atto folle" -come è stato definito ieri pomeriggio - da ormai quattro settimane. Il consiglio comunale aperto dedicato al caso Gianetti ha riunito tutte le rappresentanze istituzionali locali mostrando una compattezza e una unità d’intenti trasversale al di là degli schieramenti politici, che ha positivamente sorpreso gli stessi protagonisti, oltre che i lavoratori e i rappresentanti sindacali che sono presenti al presidio davanti all’azienda giorno e notte da quel sabato 3 luglio, quando un avviso sul sito aziendale comunicava la cessazione dell’attività. "Proprio la brutalità di questa azione con totale mancanza di rispetto umano e rispetto delle regole ha suscitato questa reazione forte delle istituzioni", ha sottolineato il sindaco Roberto Crippa, ringraziando i presenti che hanno accolto il suo invito.

Dalla Regione, Andrea Monti e Gigi Ponti e successivamente anche Alessandro Corbetta hanno evidenziato i passaggi istituzionali fatti e quelli ancora da fare, con Monti a sottolineare l’atteggiamento "ostile" dell’azienda e Ponti a richiamare la necessità di un intervento anche a livello europeo per il quale si è già attivato. Proprio sul tema europeo è tornato anche Francesco Caruso, rappresentante territoriale della Uilm, ricordando che i precedenti proprietari dell’azienda, gli americani di Accuride sono stati costretti dall’Unione Europea a cedere questa fabbrica per evitare la creazione di un duopolio del settore, passandola ad un fondo finanziario "che non ha investito un solo centesimo qui" e a soli tre anni di distanza ci si trova esattamente nella situazione che l’Ue voleva evitare. "Forse c’era un disegno, neanche tanto astratto", ha rilanciato Caruso. I sindaci di Lissone, Desio, Cesano Maderno, Saronno, Solaro, Varedo, Cogliate, Barlassina, Lazzate manifestano la loro preoccupazione per gli effetti sociali di queste chiusure, temendo che questa possa essere solo la prima se non si inverte la rotta, puntando il dito soprattutto sui fondi d’investimento internazionale che vengono a fare la spesa in Italia senza adeguati paletti a protezione del lavoro e dei lavoratori.