Monza – Rientro difficile in fabbrica dopo la pausa estiva per molti lavoratori. A lanciare l’allarme produzione sono i sindacati, preoccupati soprattutto dall’andamento del settore metalmeccanico, storicamente uno dei più importanti in Brianza.
In difficoltà alcune delle aziende maggiori del territorio, che, messe insieme, arrivano a mettere a rischio più di 500 posti di lavoro da qui a fine anno. Parliamo della Candy Haier di Brugherio, della Peg Perego di Arcore, della Flowserve di Mezzago, della Fimer di Vimercate, e della Sanvito&Somaschini di Carate, per cui sono in corso numerose vertenze sindacali.
Alla Candy, nome illustre del settore elettrodomestici oggi di proprietà della cinese Haier, ci sono 113 esuberi volontari. Per la prima volta nella storia del marchio arriva la richiesta di tagliare 83 impiegati (su 900 colletti bianchi), a cui si sommano 30 operai (su 270 addetti), a testimoniare che la cura cinese non sembra aver dato i risultati attesi dopo la cessione dei Fumagalli (famiglia del fondatore) nel 2018. Ciò è dovuto principalmente a una forte contrazione del mercato che investe il settore dell’elettrodomestico, dopo che negli ultimi anni il gruppo asiatico ha assunto 400 persone in ufficio. Le uscite previste saranno su base volontaria e con incentivi, ma i sindacati hanno aperto delle vertenze per capire le prospettive, di cui si discuterà insieme all’azienda a settembre.
Sono invece 104 su 263 dipendenti gli esuberi alla Peg Perego, messa in difficoltà dal calo della natalità e dalla concorrenza cinese. Per il colosso di passeggini, carrozzine e giocattoli, a marzo 2025 si esaurirà tutta la dote possibile di ammortizzatori sociali, facendo allargare così sempre di più l’ombra dei licenziamenti, spinti da un costante calo di fatturato, l’ultimo, l’anno scorso, del 23%, in scia con una crisi che si trascina dal 2018.
Intanto in Provincia c’è un tavolo di negoziazione coi sindacati, e dopo le uscite volontarie previste a settembre (con incentivo all’esodo), si tireranno le somme, con un gruppo industriale che per invertire la rotta probabilmente acquisterà alcune lavorazioni proprio in Cina.
Un po’ diverso il caso della Flowserve, multinazionale americana di produzione di valvole per impianti d’estrazione petrolifera, che ha deciso di delocalizzare la produzione da Mezzago all’India, con 61 licenziamenti (su 179 dipendenti). La Fiom Cgil Brianza ha denunciato la scelta - annunciando di impugnare i licenziamenti - con un comunicato nel quale ha spiegato che la multinazionale ha rotto le trattative in corso al tavolo istituzionale in Regione Lombardia nonostante l’andamento ottimo delle attività nel primo trimestre 2024, e la previsione di una chiusura dell’anno in crescita di due cifre rispetto al 2023.
Rischia addirittura la chiusura la Fimer di Vimercate: la vertenza del colosso degli inverter e delle colonnine elettriche, in crisi dal 2021, potrebbe finire con un paradosso amaro per i 65 dipendenti superstiti del sito brianzolo. I commissari che controllano l’azienda per ordine del tribunale sono stati costretti a chiedere il licenziamento collettivo per 55 di loro, poiché il sito non è di proprietà del marchio, ma di un’altra società e la gran parte dei macchinari è in leasing. Ciò impedirebbe di rientrare nel perimetro del bando che i tecnici stanno mettendo a punto per vendere la società dopo il risanamento. In questo caso la salvezza per i lavoratori vimercatesi sarebbe quella di trasferirsi nella fabbrica di Terranuova Bracciolini, nell’Aretino, con tutti i disagi che però questo cambio di vita comporterebbe, mentre momentaneamente si trovano in cassa integrazione fino a novembre.
È invece all’asta dallo scorso marzo la Sanvito&Somaschini, azienda di Carate attiva dal 1968 e leader nel settore della costruzione stampi termoplastici e termoindurenti per il settore dell’automotive. La ditta, che ha sedi a Carate e Renate, ha un prezzo a base d’asta di 9 milioni e 350 mila euro per l’unico lotto composto dal ramo d’azienda e dal magazzino. La vendita, per cui ha già presentato un’offerta in corso di valutazione la Imr Industries (anch’essa di Carate), riguarderà l’officina meccanica ma anche le attrezzature, i beni strumentali, e soprattutto i rapporti di lavoro, che ad oggi riguardano complessivamente 103 dipendenti.