Cornate, un passaporto speciale per Leonardo

La sorpresa svelata dal duca Benigno Melzi d’Eril

ll lasciapassare di Leonardo

ll lasciapassare di Leonardo

Cornate d'Adda (Monza), 30 aprile 2019 - Un lasciapassare per scoprire il mondo serve anche ai geni. E Leonardo, a distanza di 500 anni, sa ancora sorprendere. Scende il silenzio nel santuario della Rocchetta quando il duca Benigno Melzi d’Eril, erede dell’erede del grande di Vinci, legge il passaporto firmato da Cesare Borgia, il Valentino, figlio di Papa Alessandro VI, signore delle Romagne. Un dono senza preavviso per il pubblico dell’eremo a Cornate, lungo l’Adda, nei cui dintorni il Maestro trascorse un quarto del suo ventennale soggiorno lombardo. Inchiostro rosso, carta paglierina. Il brivido della storia riduce la folla domenicale al silenzio. Proprio il nobile avventuriero, che ispirò Machiavelli per il suo Principe, ordinava che l’uomo-simbolo del Rinascimento girasse indisturbato nelle sue terre. Per portare a termine esprimenti e studi senza intralcio.

La lettera, originale, è uno dei tesori custoditi nella villa di famiglia a Vaprio, dove il pittore visse a inizio Cinquecento. A caratteri cubitali la scritta «Caesar», Cesare – non solo nome, ma riferimento a una potestà quasi imperiale – anticipa una sequela di titoli in latino. Poi la sostanza. Il duca Benigno legge la grafia minuta: «Commettemo e comandamo che al nostro dilettissimo familiare, architetto et ingegnere generale Leonardo Vinci (…) che ha da considerare li lochi et terre de li Stati nostri, debbano dare per tutto passo». Via libera, insomma, al prezioso «consulente» nell’analisi dei più reconditi angoli dei possedimenti di casa.  Il documento riporta l’attenzione sui tesori, materiali e ideali, che legano Leonardo all’Adda. Qui, ai Tre Corni, lungo l’alzaia che collega le 18 stanze all’aperto dell’Ecomuseo dedicato all’artista, svettano gli speroni che secondo la critica più accreditata sarebbero lo sfondo della Vergine delle Rocce. «Ieri, per tutti è stata una giornata speciale – dice Fiorenzo Mandelli, curatore del complesso – il duca ci ha fatto una sorpresa indimenticabile». Un posto caro anche a Melzi d’Eril, felice che «questi luoghi siano rinati e che siano una meta per tantissime persone». E presto gli appassionati, allungando un poco il viaggio, potranno entrare nella dimora dove il genio abitò a più riprese fino al 1513. Per la prima volta, si potrà passeggiare nelle stanze che ospitarono gli studi di Leonardo sull’acqua, sui cavalli, i cui risultati sono ora nella collezione Windsor.