DARIO CRIPPA
Cronaca

Daniela Biffi, da Monza nel caos delle elezioni dello Zimbabwe

Parla Daniela Biffi, da Monza all'Africa al fianco di ActionAid: incidenti e morti alle prime elezioni dopo 37 anni di dittatura

Daniela Biffi in Africa con ActionAid

Monza, 4 agosto 2018 - Daniela Biffi, 42 anni, viso dolce ma determinato, in queste ore si trova in un Paese che sta vivendo uno dei momenti più intensi della sua storia: lo Zimbabwe, Africa Orientale, chiamato alle prime elezioni libere (?) dopo 37 anni di dittatura. Non è facile, e gli incidenti e i morti in piazza che la cronaca di questi giorni sta registrando sono lì a testimoniare un passaggio epocale. E cosa ci fa in un Paese al collasso una donna come Daniela Biffi, cresciuta nella sonnolenta Monza, dove ha studiato (maturità al liceo classico Zucchi, laurea in Filosofia)? "Sono portavoce di una Ong: ActionAid. Essere in Zimbabwe, nei giorni delle elezioni, è un’esperienza fortissima: abbiamo lavorato con la società civile di questo Paese a un Manifesto per definire le priorità da inserire nell’agenda politica del nuovo governo per determinare un cambiamento di lungo termine nel Paese". Non è facile, si diceva. "Ho toccato con mano l’entusiasmo delle persone, la loro voglia di partecipare, la voglia di cambiamento dei giovani che rappresentano il 60% del paese. Un cambiamento che si aspettano abbia un impatto reale nella loro vita quotidiana. In questo Paese 4 milioni di persone soffrono la fame, la disoccupazione supera l’80%".

La gente come sta reagendo? "Le persone lunedì alle 4 del mattino erano già fuori dai seggi elettorali ad aspettare. Alle 7 quando hanno aperto c’erano già file di ore. La gente esibiva con orgoglio il dito mignolo colorato di viola, simbolo del voto. Martedì mattina sono subentrati la disillusione per i risultati (il partito di Governo, dato per perdente, ha vinto di misura dopo un’incredibile rimonta notturna, ndr). E poi la manifestazione nel pomeriggio è stata repressa nel sangue dall’esercito, con 3 morti e molti feriti. Il centro della città è stato bloccato ed evacuato, l’esercito ha preso il controllo. È stato proclamato il POSA (Public Order Security Act), una misura di ordine pubblico che impedisce riunioni pubbliche, manifestazioni, assemblee e cortei e che autorizza l’esercito ad utilizzare le armi per contenerle".

Delusione? "Questa non è democrazia. Si percepisce tristezza e rassegnazione tra le persone. A cosa servono le elezioni? È davvero commovente vedere tuttavia che ci sono persone che anche in questi momenti trovano la forza e l’energia per immaginare un futuro diverso, in cui ci siano giustizia ed equità. Parlo dei miei colleghi di ActionAid che continuano il loro lavoro, parlo dei giovani attivisti che immaginano un futuro migliore e non si fermeranno nonostante i fatti di questi giorni. Li ammiro profondamente. Tornerò in Italia piena di riconoscenza per aver vissuto con loro questi giorni terribili".

Lei si è laureata in Filosofia... "Da piccola volevo fare l’inviata di guerra. Dopo qualche anno nelle agenzie di pubblicità quel tipo di lavoro, che all’inizio mi affascinava, mi stava stretto. Avevo bisogno di sentirmi utile e di mettere al servizio le mie conoscenze, il mio tempo e il mio lavoro per le cause sociali. Ho quindi scelto di lasciare il mondo patinato della pubblicità e iniziare a lavorare per le ONG. Nel 2012 sono entrata in ActionAid, organizzazione internazionale presente in più di 45 paesi che lavora insieme alle comunità mettendole nelle condizioni di reclamare i propri diritti. Noi crediamo che le persone debbano essere messe al centro e ascoltate. L’esercizio della democrazia non significa solo andare al voto, ma significa essere messi nelle condizioni di poter avere un ruolo attivo nella società e di essere ascoltati". Soddisfatta? "Amo il mio lavoro perché mi tiene connessa alla realtà e perché mi permette di dare il mio contributo per lottare contro le disuguaglianze nel mondo. Credo che poter fare questo lavoro sia un privilegio. Ho due splendidi bambini di 7 e 3 anni a cui cerco di insegnare che purtroppo nel mondo non c’è giustizia ma tutti possiamo fare qualcosa per conquistarla".