
Volare con i piedi per terra. Fare evoluzioni a 100 chilometri orari con l’aereo a un metro e mezzo di altezza. Non di meno. Disegnare figure nell’aria e sperare di non sbagliare nemmeno una virgola. La loro specialità in gergo tecnico si chiama F2b. Per chi li ammira da bordo pista è la specialità delle acrobazie in volo vincolato circolare. Alberto Maggi è uno dei piloti che da sempre tiene il timone del Gruppo modellistico monzese. Un manipolo di appassionati che gira per il mondo per gareggiare contro piloti talentuosi di altre nazioni: "Il più forte in assoluto è Igor, uno slovacco, ma anche cechi, americani e cinesi sono bravi.
E diciamo pure, anche noi non ce la caviamo niente male". Nelle parole di Alberto c’è una punta di orgoglio. Doppia. Perché sua moglia, Silvia Fiussello, "ha appena vinto la medaglia d’oro al campionato del mondo organizzato dalla Federazione aeronautica internazionale – la soddisfazione di Alberto –. Era il primo campionato per le donne e lei è la prima iridata al mondo. Io, invece, ho vinto solo la Coppa del Mondo". Comunque Alberto è "uno dei pochi fortunati che condivide la stessa passione con la moglie, così nessuno si sente in colpa per tutto il tempo che investiamo in questa passione".
Un istinto che "abbiamo nutrito fin da ragazzi – racconta –. All’inizio ero attirato da moto e motorini, poi però la mia attenzione è stata colpita dal rumore degli aerei che sentivo arrivare dalle ex cave Rocca. Lì si ritrovavano gli appassionati ad allenarsi. La curiosità mi ha spinto ad andare a vederli e da quel momento non ho più smesso". Da vent’anni in Nazionale, tra i migliori tre in Italia, Alberto, Silvia e tutti gli appassionati di aeromodelli e del volo vincolato si costruiscono il loro aereo da soli: "Lo progettiamo, prendiamo il legno di balsa, lo tagliamo e lo lavoriamo". Nel suo hangar di casa ha una decina di modelli. Ognuno ha un’apertura alare di quasi un metro e mezzo, pesa un paio di chili e viaggia con un motore a scoppio di 15 cc, "anche se adesso la tendenza è per l’elettrico".
Adesso si allenano in un campo volo a Desio: "Ci vogliono almeno 4 anni per diventare un bravo pilota – spiega Alberto –. Nella nostra specialità devi saper fare 18 figure acribatiche e l’8 quadrato è quello più complicato". Quando gareggiano il pilota è fermo al centro del campo, in mano tiene due cavi d’acciaio lunghi una ventina di metri che entrano nell’ala dell’aereo e raggiungono un ingranaggio che fa muovere i flat.
Quando l’aereo decolla, loro lo pilotano da lì. Le evoluzioni, disegnano le geometrie nell’aria, poi si atterra, "sperando di non precipitare, i cavi devono rimanere sempre in tensione". I modelli sono costosi, "solo di materiale arrivi a spendere anche 500 euro, poi c’è tutta la manodopera e il tempo". Senza mai dimenticarsi che "siamo sponsorizzati soltanto da noi stessi e dalla nostra passione".
M.Galv.