GABRIELE BASSANI
Cronaca

Vita tragicomica da pedone. Giacobazzi fa ridere e riflettere anche con una scacchiera

A Cesano Maderno lo spettacolo dell’artista diventato celebre con i suoi sketch a Zelig "Un po’ di ironia non dico che salvi la pelle, ma almeno la psiche sì. L’ho imparato su me stesso".

Vita tragicomica da pedone. Giacobazzi fa ridere e riflettere anche con una scacchiera

A Cesano Maderno lo spettacolo dell’artista diventato celebre con i suoi sketch a Zelig "Un po’ di ironia non dico che salvi la pelle, ma almeno la psiche sì. L’ho imparato su me stesso".

Giuseppe Giacobazzi, il comico che ha raccontato “l’ignoranza sborona“ romagnola sul palco di Zelig, e ha alle spalle numerosi spettacoli teatrali e diverse partecipazioni cinematografiche, arriva in Brianza con una doppia tappa del suo nuovo spettacolo teatrale, “Il pedone. Luci, ombre e colori di una vita qualunque“. Fresco dell’ospitata al gioco tv serale di Amadeus, dopo avere messo in bacheca anche il successo della serie tv Netflix “Summertime“, ha avviato la terza stagione di repliche di questo suo nuovo spettacolo dall’impostazione originale. Questa sera sarà a Cesano Maderno all’Excelsior, mentre il 6 dicembre sarà a Monza al Teatro Manzoni. Lo spettacolo fa il l paragone tra la nostra vita e quella vissuta su una scacchiera. Vita vissuta e raccontata non dal punto di vista del pezzo più importante (la regina) o da quello più tutelato (il re), ma dal punto di vista più umile e comune, quello del pedone. In una società dove tutti sognano di essere dei pezzi pregiati, brilla il fascino della normalità.

"La scacchiera - ha spiegato Giacobazzi, nome d’arte di Andrea Sasdelli - è metafora della vita. Il pedone rappresenta la maggior parte di noi. Siamo tanti ma contiamo poco, a comandare è una minoranza". Proprio per questo motivo, spiega il comico romagnolo, "Non vale la pena di crucciarsi, meglio sorridere". Come si vedrà nello spettacolo, ogni istante della vita è una continua partita a scacchi: dal corteggiamento alle relazioni sociali fino al guardarsi allo specchio, tutto è un gioco dove ad ogni azione corrisponde una reazione. Alcune volte uguale, molto più spesso contraria ed è proprio da questo susseguirsi di azioni e reazioni, che nascono le storie del pedone, spesso esilaranti nella loro tragicomicità. Un’ora e mezza di spettacolo, un’ora e mezzo di partita, un’ora e mezzo di monologo comico ma al tempo stesso interiore, che lascia lo spettatore incollato. Sul palco, si assiste ad un Giacobazzi sempre più distante dal cabaret vecchio stile e sempre più vicino alla narrazione propria del teatro comico, in un percorso dove non si abbandona mai la risata, ma che diventa anche strumento di riflessione. "Un po’ di ironia non dico che salvi la pelle, ma almeno la psiche sì. Io ho imparato a ridere innanzitutto di me stesso".