MARCO GALVANI
Cronaca

La “rivoluzione” del Comune, Monza come Parigi: strada libera a bici e navette

La linea dell’assessora Giada Turato contro l’assedio delle auto. "La gente usa la macchina per fare meno di 3 chilometri"

Giada Turato

Monza, 22 settembre 2023 –  Monza come Parigi. Sempre meno auto per lasciare strada libera (o quasi) a biciclette, monopattini e pedoni. Perché i 26 chilometri quadrati di Monza sono “soffocati“ da traffico e inquinamento. Ogni giorno, lungo i 240 chilometri di strade cittadine si muove, spesso a passo d’uomo se non fermo in coda, un serpentone di auto, camion, moto e mezzi pubblici. Soprattutto nell’ora di punta. L’orario più infelice per mettersi al volante: tra le 7.30 e le 8.30 circolano quasi 50mila veicoli, il 45% del traffico dell’intera provincia in quella fascia. Oltre 10mila mezzi escono da Monza verso Milano e la Brianza, ma altrettanti veicoli entrano in città. Senza contare gli spostamenti interni: il 60% avviene entro i 3 chilometri, concentrati soprattutto in centro e nella zona nord-ovest. A conti fatti, in base all’ultimo censimento in città, a Monza "il 67% della mobilità è in-sostenibile, ovvero fatta di auto e moto, mentre il 33% è mobilità sostenibile tra pullman, bici, monopattini e pedoni". Ma Giada Turato, assessora a mobilità e ambiente, punta ad arrivare almeno "al 50% di mobilità sostenibile". Entro i prossimi dieci anni, "se non prima", grazie al Piano urbano della mobilità sostenibile.

Quali sono i passi in questa direzione?

"Innanzitutto il piano sosta, con le strisce blu introdotte progressivamente in 8 zone della città, è una delle prospettive più razionali da cui partire per pianificare poi gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola. Stiamo anche cercando di fare una classifica delle strade dove maggiore è il flusso di bici. In cima c’è corso Milano, che è la strada più “pedalata“ della città. Poi via Monte Bianco e via Lecco. Una fotografia che permette di capire dove intervenire chirurgicamente".

Ma non sono strade facili su cui immaginarsi decisioni che accontentino tutti...

"In una città come Monza lo spazio non basta per tutti. La città è questa, ma nel 2023 non possiamo arrenderci davanti alla mancanza di spazi".

In corso Milano, ad esempio, l’esperimento di una ciclabile nel recente passato è fallito. Mentre a Milano in corso Buenos Aires il Comune ha tirato dritto ugualmente. Voi come procederete?

"Certe decisioni non possono essere prese alla leggera. In generale ci sono diverse soluzioni, pedonalizzare certe vie o creare dei sensi unici, ma il singolo provvedimento dev’essere inserito in una piano viabilistico che riguarda l’intera città".

Ma una scelta dovete prenderla...

"Come abbiamo fatto in viale Elvezia. Non potendo ridurre la carreggiata a una sola corsia per senso di marcia e dovendo realizzare una pista ciclabile, abbiamo scelto di sacrificare i parcheggi. Peraltro a breve partirà la costruzione di ciclabili anche in via Lario, via Aquileia e della Birona. A bilancio abbiamo 7 milioni di euro proprio per migliorare la ciclabilità. Comunque, tornando a corso Milano, lì sicuramente interverremo".

Pensando anche alla stazione della metropolitana?

"Certamente la sistemazione della superficie in corrispondenza delle sette fermate della metropolitana ci porta a pensare anche a una viabilità diversa".

Mobilità dolce, trasporto su ferro, dunque, ma anche trasporto su gomma?

"Oggi il trasporto pubblico locale non è in grado di dare risposte concrete. Vengono calibrati a lungo termine, mentre la città cambia da un anno con l’altro. Ecco perché con Monza Mobilità vogliamo pensare a un sistema di navette per gli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. Una sorta di mini piano come per il Gran premio di Formula 1 e i grandi eventi. E lo faremo insieme con i mobility manager delle aziende. Tanto che a novembre ospiteremo in Villa Reale il festival della sostenibilità sul tema ambiente e mobilità".